Aidone. Consiglio comunale. TARSU: “rintuzzate” le legittime domande del Comitato cittadino

Aidone. Tanto rumore per nulla: l’amministrazione ha lasciato senza risposte le richieste più incalzanti alle quali era stata chiamata a rispondere, limitandosi a rintuzzare in modo molto generico, e a tratti sarcastico, le domande legittime avanzate dalla cittadinanza, che vuole si pagare le tasse, ma chiede che ciò avvenga secondo legalità e giusto il principio della proporzione tra servizi e corrispettivi.
È durato circa tre ore il dibattito in seno al Consiglio comunale, convocato dal Presidente Pino di Franco in adunanza aperta, sulle problematiche relative alle modalità di definizione e di riscossione della “TARSU anni 2010 e 2011”. Dubbi e perplessità al riguardo sono stati manifestati dal Comitato cittadino, presieduto dall’avvocato Licia Minacapilli, che li aveva palesati nel corso di un’assemblea cittadina, preannunciata con un pubblico manifesto e poi reiterati in una lettera indirizzata al sindaco e all’Ufficio Tributi.
Alla problematica suscitata dal Comitato cittadino, Di Franco aveva voluto dar voce nel civico consesso aperto all’intervento dei cittadini; ma, in prima convocazione, nonostante il numero legale, l’assemblea era stata sciolta per un errore di forma rilevato dal Sindaco. Nella nuova convocazione, nulla ostando, la parola è stata data al Presidente del Comitato cittadino che ha esplicitato i termini della contestazione: 1) la illegittimità dell’atto deliberativo della Tarsu, n. 140 del 17/11/2011, approvato dalla Giunta, anziché, come sostiene il Comitato cittadino, dal Consiglio comunale, secondo il disposto della L. R. n. 48/91; 2) la violazione della L. n. 296/2006, che indica come termine ultimo per l’approvazione della tassa di smaltimento dei rifiuti quello per l’approvazione del bilancio di previsione dell’anno di riferimento, visto che nel 2011 il bilancio è stato approvato il 31 agosto e la delibera è del successivo mese di novembre; 3) la maggiorazione del 10% a titolo di addizionale ex Eca, il cui legittimo introito è subordinato all’esistenza di apposito regolamento che ne disciplini specificamente le modalità di riscossione; a titolo di Ex-EcA il Comune ha stabilito un’ulteriore entrata per circa 68.000,00 euro; 4) la giustificazione delle voci che concorrono a formare la quota di 680.000 euro dovuta all’ATO Rifiuti, prima tra tutte la voce pari a 140.000 euro per “raccolta differenziata” e trattamento e riciclo della differenziata, servizi mai stati avviati, oltre ai 22.000 euro per la non motivata voce “Altri costi”, i 28.000,00 euro per “costi di accertamento e riscossione”, i 20.000,00 euro per la non meglio precisata voce di “Costi comuni diversi”; tutte voci caricate in bolletta.
Il Comitato ha poi sottolineato che uno svariato numero di bollette riporta una somma calcolata e richiesta agli utenti, quanto meno, in modo anomalo perché inserisce metri quadrati superiori alle reali superficie, componenti nucleo familiare non corrispondenti alla realtà e ,quindi, alterazioni dell’importo dovuto.
L’intervento del Comitato si è concluso chiedendo un tavolo tecnico con il Consiglio comunale e i rappresentanti dell’amministrazione per la discussione del problema. In ultimo l’Avvocato Minacapilli ha lanciato una sfida propositiva al Primo Cittadino: quella di determinarsi a deliberare finalmente la dissociazione del nostro Comune dal sistema ATO-rifiuti, a favore di una gestione esclusivamente comunale del servizio di raccolta dei rifiuti con l’introduzione del sistema di raccolta differenziata (i cui costi – ribadisce il Presidente del Comitato – vengono da anni caricati pesantemente nelle bollette della cittadinanza senza che però il servizio si svolga realmente). L’adozione di questa scelta sembra al Comitato essere l’unica che consenta di risolvere il problema oggetto di discussione, poichè ridurrebbe le voci di costo, assicurando la corresponsione degli stipendi agli operatori ecologici che prestano il loro lavoro nel Comune, mentre la tanto attesa e desiderata raccolta differenziata consentirebbe di addivenire a decisive riduzioni della bolletta TARSU.
Ha preso la parola il Sindaco, che, riguardo alle accennate scelte operate dall’amministrazione con l’approvazione delle contestate delibere, ha risposto che trattasi solo di cavilli formali, mentre è la sostanza che conta, in tal modo “rintuzzando” quelle che lui ritiene accuse pretestuose ed infondate che creano disorientamento nella cittadinanza. Rispetto alla gestione ATO e al mancato raggiungimento degli obiettivi, pur ammettendo che il malcontento è diffuso in tutta la provincia, ha dichiarato che almeno per ora non ci sono alternative possibili; ha poi attribuito alla mancata approvazione dell’addizionale IRPEF da parte del Consiglio Comunale l’aumento, – a dire del responsabile dell’Ufficio Tributi Filippo Minacapilli – molto contenuto delle bollette, e l’impossibilità di garantire una tariffa agevolata agli indigenti.
È seguito l’intervento, ciascuno per la propria competenza, del Segretario Comunale, Carolina Ferro, e del dirigente dell’Ufficio tributi. Sono intervenuti, oltre ai consiglieri dell’opposizione Ciantia, Calcagno e Lombardo e ai consiglieri Mazzone e Lo Monaco vicini al sindaco, la professoressa Vilma Piazza e Carmelo Donatello rappresentanti della società civile e delle associazioni.
A conclusione, il presidente del consiglio si è dichiarato compiaciuto e soddisfatto per la civiltà con cui si è svolto il dibattito, che ha dato modo di trattare la questione, ma meno soddisfatto rispetto alle risposte date. Deluso per le mancate risposte ai quesiti di ordine tecnico-legale si è detto il Comitato cittadino; ugualmente delusi i cittadini presenti in sala (a tal proposito è da rilevare che, a seguito dei restauri effettuati di recente nell’aula consiliare, lo spazio riservato al pubblico si è ulteriormente ristretto per cui la maggior parte delle persone affluite sono rimaste fuori dall’aula e ben presto si sono allontanate per l’impossibilità di assistere ai lavori o quanto meno di ascoltare; questo ha provocato disappunto in chi aveva voluto fortemente la pubblica adunanza mentre ha dato la percezione all’amministrazione di uno scarso interesse da parte dei cittadini) che si aspettavano almeno una parola e un impegno del primo cittadino rispetto alla necessità di pretendere dall’Ato l’avvio della raccolta differenziata e del riciclo, più frequenti lavaggi dei cassonetti, pulizia delle strade e diserbo. Peccato che l’argomento sia stato lasciato cadere nel nulla mentre, meritava una risposta chiara e risolutiva, o almeno un impegno a denunciare il sistema Ato rifiuti, che si è rivelato insolvente e fallimentare.



Franca Ciantia