Piazza Armerina. Preoccupazioni politiche e amministrative per la giunta Nigrelli

Piazza Armerina. Tante le preoccupazioni e le instabilità polito-amministrative in questo mese di inizio d’anno per l’amministrazione comunale di Piazza Armerina guidata dal sindaco Fausto Carmelo Nigrelli.
Oltre al documento relativo alla mozione di sfiducia, presentata lo scorso 3 gennaio al protocollo generale del comune di Piazza Armerina a firma di 9 consiglieri comunali, una nuova preoccupazione presto dovrà essere affrontata dal primo cittadino circa il numero che attualmente compone la sua giunta municipale.
La legge regionale 6/2011, infatti, tra le sue norme oltre a prevedere la compatibilità tra le funzioni di consigliere e quelle di assessore comunale fissa un tetto al numero degli assessori che possono comporre una amministrazione e che devono essere in percentuale il 20% dell’organo elettivo. Dunque se, come sembra, la legge va applicata da subito, così come è accaduto per quanto riguarda il caso specifico del consigliere Grillo che si è dimesso per consentire alla sorella Lina di continuare a rivestire la carica assessoriale, il sindaco Nigrelli dovrà obbligatoriamente tagliare alcuni nomi dalla sua squadra di assessori. Il Comune di Piazza Armerina ha 20 consiglieri comunali in carica, quindi gli assessori non devono superare il numero di 4 più il sindaco. Inoltre la legge prevede che ogni amministrazione debba avere in organico una rappresentanza di genere, cioè un assessore donna, quota che da questo punto di vista l’amministazione Nigrelli attualmente rispetta grazie alla presenza in giunta di Lina Grillo assessore alle politiche sociali. Pertanto il taglio assessoriale dovrà avvenire necessariamente tra i restanti cinque assessori in carica: Teodoro Ribilotta alle attività produttive; Lillo Cimino alle feste e tradizioni; Tanino Guccio alle politiche del territorio; Innocenzo Di Carlo alla sanità e pubblica istruzione; Giuseppe Di Prima al verde pubblico e politiche giovanili.
Arduo compito quello di Nigrelli, chi sceglierà potendo mantenere solo tre dei cinque assessori in carica? Con ogni probabilità la scelta verrà operata sulla base delle proiezioni consiliari dei diversi assessori in giunta così da non far mancare nel civico consesso il supporto degli otto consiglieri comunali che appoggiano le scelte politiche dell’amministrazione.
Mentre, invece, da indiscrezioni dell’ultima ora imperizie ed inesattezze nella stesura e nella presentazione del documento della mozione di sfiducia potrebbero far tirare, almeno su questo fronte, un sospiro di sollievo al sindaco Nigrelli.
Da voci di corridoio sembrerebbe, infatti, che l’ufficio di segreteria generale del Comune abbia rilevato delle anomali procedurali sul documento protocollato.
A quanto sembra le sigle apposte dai consiglieri comunali nei fogli che compongono il documento non sarebbero dello stesso numero in ogni pagina, inoltre l’ultima pagina che compone il documento non sarebbe numerata e delle nove firme apposte ne sarebbero leggibili solo cinque.
Queste anomalie, se esistenti, potrebbero essere così gravi da determinare la mancata convocazione del consiglio comunale sull’argomento?
E basterebbero, a bloccare il gesto politico dell’opposizione consiliare divenuta da qualche mese maggioranza nel civico consesso che di già ha mostrato di poter contare su ben 12 voti rispetto ai venti consiglieri comunali in carica?
In ogni caso, le firme apposte sul documento non sarebbero sufficienti ad approvare la mozione di sfiducia, che una volta giunta in aula richiederà un numero di voti superiore alle nove firme apposte. Alla luce del documento di compattezza politica prodotto, la scorsa settimana, dagli otto consiglieri del Pd guidati dal nuovo capogruppo Riccardo Calamaio, la possibilità di raggiungere i tredici voti necessari alla concretizzazione della mozione sui venti consiglieri in carica appare oggi vana.

Marta Furnari