Troina. 150° Unità d’Italia, dimenticati i 6 garibaldini troinesi ed il patriota mazziniano Schifani

Troina: Scorrendo l’elenco dei 35 mila garibaldini, conservato nell’Archivio di Stato di Torino, scopriamo che 5 di loro erano troinesi: Federico Abate, Silvestro Bonanno, Silvestro Giammentone, Litterio Lavagna e Paolo Lo Presti. Nell’elenco, come luogo di nascita dei 5 garibaldini, è indicato il comune di Troina. Nei documenti originari da cui sono stati ricavati i dati per compilare l’elenco, i cognomi erano scritti a penna e chi li scrisse, 150 anni fa, deve aver commesso qualche errore scrivendo “Giammentone” al posto di “Giambirtone” e “Lavagna” al posto di “Gravagna”. Ai nomi di questi 5 garibaldini nati a Troina se ne deve aggiungere un altro di nome Federico Napoli, che nell’elenco è indicato come nato a Catania. La madre di Federico era una Baudo. Nella Troina di 150 anni fa, i Napoli, o meglio i Di Napoli, erano diversi gruppi familiari di notevole prestigio sociale e detentori di potere economico e politico, discendenti da quel Nicola Caracciolo che da Napoli giunse a Troina nella seconda metà del XIV al seguito dei re aragonesi. A Troina, Nicola volle essere chiamato con il nome delle sua città di provenienza. Dal capostipite Nicola Di Napoli traggono origine i diversi gruppi familiari dei Di Napoli che si distinguevano con il nome delle donne sposate con i discendenti di Nicola. Si hanno così i Di Napoli-Alliata, i Di Napoli-Bordonaro ed i Di Napoli-Baudo. Non c’è niente in paese che ricordi questi 6 garibaldini troinesi. Più fortunato, sotto quest’aspetto, è stato Francesco Paolo Schifani, un altro troinese, di origine ceramese, che ha partecipato al Risorgimento. A ricordarlo c’è la via al lui intitolata che da piazza Garibaldi conduce alla via Roma, nella zona alta del quartiere Borgo. A 19 anni, fervente mazziniano, Schifani, partecipò ai moti del ’48, ma venne catturato dalla polizia borbonica. Rimesso in libertà, lavorò nella farmacia Florio di Palermo. Come lavorante presso la farmacia, aveva la possibilità di entrare in carcere per portare medicinali ai reclusi. Faceva da tramite tra i cospiratori mazziniani in carcere e quelli che stavano fuori liberi ma clandestini. Non sfuggi all’occhiuta polizia borbonica quest’attività di Schifani, che fu arrestato e sottoposto a tortura per fargli rivelare i nomi dei cospiratori. Ma Schifani non fece alcun nome. Sposatosi con la troinese Maria Sotera, Schifani venne ad abitare con la moglie a Troina dove continuò a mantenere i contatti con Mazzini, come dimostra la lettera inviatagli dal patriota genovese il 2 settembre 1870, conservata presso l’Istituto Domus Mazziniana di Pisa. Schifani morì a Troina il 2 ottobre 1873. I 6 garibaldini troinesi ed il patriota mazziniano Schifani possono far pensare che, nel 2011, il paese abbia festeggiato in modo adeguato il 150° dell’Unità d’Italia. Invece nulla di tutto quello che ci sarebbe atteso, considerato che Troina non è stato estranea al Risorgimento. È ben poca casa aver pavesato il paese con un centinaio di bandiere tricolori ed aver eretto all’ingresso del paese una scultura astratta di difficile interpretazione.

Silvano Privitera