SEL Piazza Armerina: Otto marzo sempre più amaro per le donne

La crisi colpisce le famiglie italiane e le prime a pagare sono le donne. Come Circolo di Sinistra, Ecologia e Libertà “Salvatore Principato” evidenziamo, in occasione della ricorrenza dell’otto marzo, che ben poco hanno da festeggiare le donne in Italia e nel mondo occidentale dove crisi e risposte inadeguate stanno mettendo sempre più in seria difficoltà il sistema dei diritti e del welfare, inteso come stato del benessere.
Citiamo, per l’occasione, quanto evidenziato dalla dirigente dell’ISTAT, Linda Laura Sabbadini, e riportato da tutte le agenzie di stampa: “La crisi ha portato un netto peggioramento della qualita’ del lavoro delle donne e l’occupazione qualificata e’ diminuita di 270 mila unita’. Il forte calo di occupazione e’ arrivato nel 2009, ad essere colpite soprattutto le giovani con contratto a tempo determinato in modo particolare nell’industria dove la manodopera femminile si e’ ridotta del doppio di quella maschile in proporzione, e c’e’ da chiedersi – ha concluso – perché visto che questa tendenza e’ avvenuta trasversalmente. In due anni, dal 2008 al 2010 l’occupazione femminile diminuisce di 103mila unita’ (-1,1%), nel terzo anno crescerà un po’, ma non c’e’ da essere allegri perché la lieve crescita avviene per l’aumento della permanenza delle donne ultracinquantenni sul mercato del lavoro, e la crescita del numero di straniere che lavorano nei servizi alle famiglie”. Un ultimo dato riguarda le coppie di occupati con donna tra i 25 e 44 anni: un giorno medio settimanale la donna lavora in totale (lavoro retribuito e familiare) 53 minuti in piu’ del suo partner (9 ore e 08′ delle donne contro 8 ore 15′ degli uomini). Il divario cresce in presenza di figli (+1 ora e 02′) le madri lavorano piu’ dei loro partner occupati: 9 ore 25′ in media al giorno compreso il sabato e le domeniche, la asimmetria dei ruoli e’ elevata: 71,9% delle ore dedicate al lavoro familiare dalle coppie di occupati e’ a carico delle donne.” Il quadro delineato dalla dott.ssa Sabbadini, non certo pericolosa antagonista, è alquanto preoccupante e come donne chiediamo risposte adeguate a chi in questo momento governa o sostiene i tecnici al governo, nell’ottica della responsabilità che grava su ogni soggetto politico in Italia.

Anonella Santarelli