A Troina i monaci basiliani, in caso di ritorno, morirebbero di crepacuore

Troina. Se per un singolare miracolo tornassero oggi in vita quei monaci basiliani che vissero nel cenobio di San Michele Arcangelo Nuovo dalla seconda metà del ‘700 alla metà dell’800, cioè fino alla soppressione nel 1866 degli ordini religiosi, morirebbero subito per la seconda volta, ma questa volta di crepacuore, nel vedere in quale stato penoso è tenuto il loro cenobio. Ci sono delle foto dell’inizio ‘900, che danno un’idea di quale pregio arcitettonico fosse questo cenobio. Nel suo libro dal titolo “San Silvestro, monaco basiliano di Troina” del 1931, il sacerdote Salvatore Fiore, che ebbe modo, per ragioni di età, di vederlo quando ancora il cenobio non aveva subito le ingiurie del tempo e degli uomini, così lo descrive: “Dal 1761 al 1786 sorse il grandioso edifizio ai piedi della Città, a sud nel piano giacente sotto i tre giochi alpestri della isolata montagnosa catena, e fu subito detto San Michele Arcangelo il Nuovo. Il magnifico fabbricato, che fu una delle principali abbazie Basiliane della Sicilia, forma un grandioso quadrato ed occupa una superficie di 8.300 mq, compresavi la chiesa la quale occupa una buona parte del lato orientale”.
Di quello che fu il maestoso edificio di cui parla il canonico Fiore nel suo libro, rimangono pochi ruderi, ma non si sa per quanto tempo. Questi ruderi sono pericolanti e sono una minaccia per chi s’azzarda ad avvicinarsi perché possono rovinare da un momento all’altro. Qualche anno fa, quello che resta del cenobio è stato recintato per impedire alla gente di avvicinarsi ai ruderi che si teme possano crollare all’improvviso. Ma la recinzione non è servita a nulla perché in alcuni punti è stata abbattuta per aprire un varco attraverso fare entrare cavalli e pecore, che pascolano tra i ruderi di uno dei monumenti di grande rilevanza storica ed architettonica di Troina. E’ triste vedere che uso si fa oggi dei ruderi del cenobio di San Michele Arcangelo il Nuovo! Per sommo disprezzo, anche i cassonetti della spazzatura sono stati collocati proprio vicino a questi ruderi. Gli abitanti della zona lamentano altri inconvenienti: “I cavalli spesso saltano il recinto e, sbizzarriti, galoppano sulla strada. Per non parlare poi delle pecore e delle capre, che di notte belano e scampanello ininterrottamente impedendoci di dormire. Abbiamo più volte segnalato questo stato di cose a chi di dovere, ma non è cambiato nulla”.

Silvano Privitera