Valguarnera. Al parco minerario Floristella si celebra Vincenzo Consolo

Valguarnera. Nel Parco minerario di Floristella si celebra Vincenzo Consolo, uno tra i maggiori narratori italiani contemporanei, recentemente scomparso. E per farlo, in luogo dell’abituale conferenza, sarà proiettato il film documentario del 2008 “L’isola in me, in viaggio con Vincenzo Consolo”, prodotto dall’Arapàn Cinema Documentario di Roma per la regia di Ludovica Tortora de Falco. Si tratta di un lungometraggio in cui lo stesso Consolo narra di sé e della “sua” Sicilia, da cui non s’è mai staccato, nonostante lavorasse e vivesse a Milano da tantissimi anni.

La proiezione avrà luogo martedì 13 alle ore 16,15 a Floristella nella sala ex officine dell’Ente Parco e s’incardina nel ciclo di seminari e laboratori di bibliofilia “Leggere per crescere”, organizzati dal Circolo Piazzambiente, dal Centro Italiano Femminile, dall’Associazione Minerva di Piazza Armerina, con il patrocinio della Facoltà di Lettere dell’Università di Catania, dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “M. Sturzo”, dell’Istituto Avventista di Cultura Biblica “Villa Aurora” e della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno di Piazza Armerina.
Lo stesso Ente Parco, che ha proposto l’iniziativa, metterà a disposizione il supporto logistico e il filmato che sarà presentato dal suo direttore Salvatore Di Vita.
“L’isola in me”, racconta Di Vita, “è stato girato anche a Floristella con voci e volti di minatori locali che raccontano la loro esperienza nelle zolfare. Il film rappresenta un ritratto originale della Sicilia vista attraverso gli occhi e l’opera di Vincenzo Consolo, che compare nel documentario per parlare, come uomo e come artista, delle luci e delle ombre della sua terra. Nel lungometraggio si riscopre la voce preziosa di Consolo anche attraverso i suoi testi che fanno emergere una lettura lucida della storia siciliana e italiana dal secondo dopoguerra ad oggi. E quindi l’emigrazione verso il Nord, la vita dei minatori delle zolfare, la fine del mondo contadino, l’industrializzazione e le devastazioni del territorio, i terremoti e le selvagge ricostruzioni, le stragi mafiose di ieri e di oggi; una storia che lo scrittore ha vissuto in prima persona, condividendola adesso, attraverso il film, anche con tutti noi”.


Salvatore Di Vita