E’ guerra nel PD di Calascibetta

Calascibetta. I consiglieri comunali del Partito Democratico chiedono la decadenza dell’ex “compagna” Marianna Grimaudo, oggi indipendente, ma non trovano la sponda della maggioranza (Mpa e Arcipelago xibetano). In aula consiliare, lunedì sera, si è consumato l’atto finale di uno scontro politico-personale tra il PD e l’ex collega di partito.
“Chiediamo solamente che venga applicato il regolamento dello Statuto comunale che parla di decadenza di un consigliere dopo tre assenze consecutive – esordisce in aula Giuseppe Lo Vetri – Teniamo a precisare che la richiesta del Partito democratico è solamente un atto politico. La Grimaudo – conclude Lo Vetri – di assenze ne ha fatte molte, sia nel 2009 sia nel 2010”.
La replica della Grimaudo è al vetriolo. Il suo intervento è un attacco a tutto campo contro i consiglieri comunali del Pd (presenti in aula solo in tre, mancavano Cucci e Colina). Li accusa dicendo: “Non avete saputo lavorare su alcune problematiche che interessano il bene della cittadinanza”.
Poi aggiunge: “La richiesta del Pd è un attacco nei miei confronti sol perché ho deciso alcuni anni orsono di lasciare il partito”. Ed ancora: “Come può chiedere il Pd la mia decadenza quando anche tre loro consiglieri comunali si sono assentati per tre volte consecutive”. Un attacco duro che lascia quasi impietriti quelli del Partito democratico. In difesa della Grimaudo, per giochi politici, si schiera tutta la maggioranza consiliare, sindaco compreso.
“Il compito del consigliere di minoranza esula dal gestire l’Ente comune, a differenza della maggioranza consiliare che ha ricevuto l’incarico di governare la città”, sono state le parole del primo cittadino. Domanda. Ma qualunque consigliere comunale non viene votato al fine di rappresentare in aula il bene della cittadinanza? I motivi che hanno indotto la maggioranza a schierarsi a favore della Grimaudo sono ben altri. Mai e poi mai l’Mpa e l’Arcipelgo-xibetano avrebbero fatto fuori l’ex collega del Pd per poi ritrovarsi tra i banchi dell’opposizione la battagliera Agata Lanzafame. In aula consiliare la querelle dura meno di mezzora. Il segretario comunale, Princiotta, impeccabile nel suo lavoro, con prontezza fa subito presente ai consiglieri che la votazione deve avvenire a scrutinio segreto.
A qualcuno che non l’aveva ben capito, il segretario replica sostenendo: “Lo dice la legge”. Si va al voto. Nove consiglieri si schierano a favore della Grimaudo, tre per la sua decadenza. I conti tornano, sussurra qualcuno. I giochi politici sono stati rispettati. Il Pd invece ha tentato una mossa politica che a tutti è sembrata azzardata perdendo così la partita.

Francesco Librizzi