Piazza Armerina. “FareAmbiente” critica lavori e gestione Villa Romana del Casale

Piazza Armerina. “Il silenzio di FareAmbiente sulla “questioneVilla Romana” non è segno di disinteresse alla problematica quanto di perplessità e sgomento” a dichiararlo è la coordinatrice provinciale di FareAmbiente, la dott. Rosalia Giangreco (nella foto), che, sempre sulla Villa Romana del Casale, prosegue con delle sue riflessioni: “La drammaticità della situazione deriva non tanto dalle lungaggini pratiche e burocratiche di un restauro che sembra essere la tela di Penelope, quanto dall’incapacità gestionale”.
Giangreco constata: ”D’altronde se è vero che i lavori di recupero funzionale e restauro di un complesso architettonico di circa 3500 mq non possono essere ultimati in breve tempo, al di là di implicazioni poco lecite e altri fattori amministrativi, non si può nemmeno assumere l’atteggiamento di chi regge il cerino in mano ed aspetta nell’inerzia totale. Fino al 19 aprile scorso, gli ambienti più rappresentativi della villa sono stati fruibili al pubblico: il triclinio con il peristilio ovoidale, l’ambulacro della Grande Caccia, la diaeta di Arione. Successivamente, è stata riaperta l’area delle terme, il portico di ingresso, il vestibolo, parte del peristilio centrale, gli appartamenti di servizio nord tra cui la saletta della Piccola Caccia. Dal 30 aprile pare che anche l’area della basilica sarà visitabile oltre agli appartamenti padronali nord, la parte settentrionale del corridoio della Grande Caccia. Quando si parla di valorizzazione e conseguentemente di implementazione turistica, ci si riferisce alla capacità di una comunità nel valorizzare i propri prodotti, dalla enogastronomia, etnoantropologia, alle testimonianze storico archeologiche o storico artistiche. Realtà locali molto piccole, relativamente moderne, riescono a valorizzare il “nulla” per trasformarlo in prodotto turistico”.
La coordinatrice provinciale si chiede: “Pertanto, il problema consiste nel fatto che il turista quando giunge alla Villa Romana contro chi e cosa si imbatte? Contro un sistema di accoglienza che non funziona o per meglio dire non esiste, per non parlare poi delle condizioni in cui versa la Villa: parti delle vecchie coperture non ancora rimosse dal suolo, giacciono alle intemperie, passerelle pericolanti, tabelle esplicative insufficienti o comunque poco esplicative, ed inoltre del servizio di custodia di uno dei siti Unesco più importanti del mondo. Questo è il vero dramma. Si lascino da parte i battibecchi fra politici e politicanti e ci si rimbocchino le maniche per cercare di promuovere ciò che comunque si promuove già da se. Piuttosto che piangersi addosso e nascondere le verità dietro un dito, si ammetta l’incapacità gestionale”.
Così conclude Giangreco: “Inutile rivendicare cerimonie di inaugurazione che slittano di semestre in semestre! È opportuno, invece, perché a ridosso della bella stagione, adoperarsi perché ciò che della villa è fruibile possa essere promosso e “venduto” come si conviene alle rarità”.

Marta Furnari