Enna. Festa del Libro. Fuad Aziz: “Forti senza perdere la tenerezza”

Da più di trenta anni in Italia, Fuad Aziz, curdo iracheno di nascita, è cittadino del mondo. Tra i fondatori della Biblioteca di Pace di Firenze e della Carta dei diritti dei bambini all’arte e alla cultura – ha dedicato la sua vita e la sua opera all’edificazione di un autentico dialogo interculturale tra i popoli. Venuto a Roma e poi a Firenze, per completare i suoi studi di Belle Arti, per diciotto anni non riesce più a rientrare in Kurdistan, né a mantenere i contatti con la sua famiglia. Un paese smembrato a tavolino a causa della sua immensa ricchezza in petrolio, ferro, uranio – un popolo sottoposto a una politica atroce di annientamento fisico e culturale. Entra in contatto con Joyce Lussu che aveva fatto sua la causa del popolo curdo, diffondendola nel mondo e, soprattutto, nelle scuole – e con il poeta turco Nazim Hikmet che lo incoraggia all’incontro con i poeti del suo paese. “Hanno una poesia semplice e forte – dice Aziz – e anch’io sono così, cerco cose forti, ma con tenerezza. Forti senza perdere la tenerezza, diceva Che Guevara. Ed è diventata la mia filosofia”.
Quella filosofia che si incarna nella sua opera di scultore dalle forme essenziali e poeticamente raffinate, e di scrittore e illustratore di libri per bambini. I suoi temi – radicati nella sua vicenda personale – sono forti, attuali e drammatici, legati alle dolorose problematiche dell’immigrazione. Ma narrati con la delicata sollecitudine di chi tiene a far passare un messaggio importante, badando per amore a smussare le punte per non tagliare i germogli verdi della speranza. Così Ogni bambino ha la sua stella, nasce da un ricordo che poteva essere terribile e si volta invece in poesia, quando sotto le bombe “si dormiva sul tetto di casa col cielo a due passi come una coperta. Ognuno indicava una stella, la sua. E ci si addormentava, fiduciosi nella protezione di quella coperta…”.
In Chiudi gli occhi affronta il tema della diversità culturale come fonte di arricchimento. Ma anche quello della scarsità di cibo e acqua potabile nei paesi africani. Il tutto nella forma fantastica di un viaggio immaginario fatto da due piccoli amici, Amir e Giulio, che si vogliono bene. Ne Il viaggio di un violoncello, Aras prova davanti al suo maestro un bellissimo pezzo che li trasporta in un giardino dove gli alberi danzano. Ma l’incanto si spezza. Il maestro viene arrestato e il ragazzo parte per un lunghissimo difficile viaggio verso l’ignoto. Perde il suo violoncello e forse perderebbe anche se stesso se miracolosamente non ritrovasse il suo strumento, prova della sua identità di musicista. Il violoncello come incarnazione simbolica della bellezza e dell’arte cui si affida, nel mare tempestoso delle vicissitudini umane, la salvezza personale e del mondo.
Durante l’embargo contro l’Iraq, quando “non passava un’aspirina , ma un carrarmato sì…”, Fuad Aziz ha fatto molto per la sua gente, attraverso iniziative editoriali finalizzate all’acquisto di materiale medico. Tra queste, una raccolta di versi di poeti curdi, Quel Fiore, inserite adesso nel racconto Verso la libertà, della Euno Edizioni, dedicato “A tutti i viaggiatori che hanno nella valigia un sogno”. Tra le poesie più belle, una che suona pressappoco così: “Il fiore scrisse il suo diario. Metà del suo diario parlava di quanto era bella l’acqua. L’acqua scrisse il suo diario. Metà del suo diario parlava di quanto era bello il bosco. Il bosco scrisse il suo diario. Metà del suo diario parlava di quanto era bella la terra. Tutti i diari della terra parlavano della libertà”


Cinzia Farina


Fuad Aziz. Nato nel Kurdistan iracheno nel 1951, diplomato all’Accademia di Belle Arti di Baghdad nel 1974 e in quella di Firenze nel 1977, oggi vive e lavora in Italia. È autore di numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero, e di opere permanenti in varie città. Da alcuni anni si occupa di illustrazioni di libri per ragazzi. Ha partecipato a numerose mostre di illustrazione e ha pubblicato con diverse case editrici: Fatatrac, Biblioteca di Pace, Arianna, Sinnos. Ha vinto il Premio Letterario Internazionale “Villeg Novella Dal Judri “, e per due volte il Premio Internazionale di Bordano (Udine).