Catenanuova. Protestano sessanta lavoratori cantieri di servizio

Catenanuova. Sono in sessanta, quelli del cantiere di servizio e rappresentano il supporto comunale per quanto riguarda il piano di intervento manutentivo sul territorio. Hanno iniziato i lavori nel mese di aprile, ha la validità di un anno e si concluderà nel mese di marzo del 2013. Grazie a questo cantiere diversi giovani e meno giovani con famiglia sono impegnati nel rifare il look a strade e strutture d’accoglienza del paese. Fino a qualche giorno fa era l’ufficio tecnico comunale a gestire il tutto, dalle presenze alle assenze, ai periodi di malattia, alla fornitura del materiale e dei mezzi. Da qualche giorno il passaggio di gestione del personale è passato dall’ufficio tecnico a quello di protezione civile, in atto coordinato dal comandante di P. M. Gaetano Indelicato, che ieri ha dovuto fare i conti con la protesta da parte di una rappresentanza dei lavoratori di questo cantiere che, a loro dire, considerava la zona artigiana, fuori dell’agglomerato urbano, molto distante per la firma delle presenze giornaliere e raggiungibile solo con mezzo proprio quattro volte al giorno. Una spesa in più per fronteggiare la riorganizzazione di questo settore che il cambio di guardia della gestione sta imponendo. Maggior controllo sul personale e nuove regole nell’organizzazione del lavoro nell’ottica del neo responsabile già impegnato nel cercare soluzioni valide. Durante la protesta, l’intervento mirato alla moderazione, dell’ex capogruppo Santo Zampino è servito a riportare il dialogo sui corretti binari. “Non è questione di retribuzione, poichè l’accredito emesso dalla regione verso i comuni e quindi verso i cantieri sta solo ritardando – ha chiarito l’assessore in carica Nicola Leocata, che ha gestito fino a poco tempo il settore-ma posso anche dire che abbiamo trovato il denaro e che sarà erogato agli operatori fra qualche giorno”. “E’ vero – hanno risposto i lavoratori- sappiamo delle difficoltà del comune e siamo disposti a pazientare, ma quello che non accettiamo è l’eccessiva fiscalità dei controlli che non ci consentono spesso di soddisfare le necessità primarie quando operiamo in zone decentrate”. “Il cantiere di servizio – spiega Indelicato – appresenta una forma assistenziale verso le famiglie meno ambienti coniugata con la necessità di un impegno di lavoro ed il nostro mandato è mirato a garantire sia la presenza che il volume di lavoro espletato dai lavoratori iscritti al cantiere a garanzia degli stessi lavoratori”.

Carmelo Di Marco