Riapre villa romana del Casale di Piazza Armerina

Si è concluso, dopo sei anni di lavori, il restauro della villa romana del Casale di Piazza Armerina. I mosaici sono tornati a brillare. Intonaci e antiche mura compongono di nuovo l’imponente struttura patrimonio dell’umanità. Domani mattina sarà inaugurato il “nuovo” sito archeologico, rimasto parzialmente aperto durante questi anni, e sarà possibile ammirare la Villa in notturna grazie alla sua nuova illuminazione. Il restauro, costato circa 18 milioni di euro, ha riportato agli antichi splendori 120 milioni di tessere, per oltre 4.100 metri quadrati di mosaici che, dopo il trattamento di pulitura e di disinfestazione, mostrano oggi i colori di un tempo.

Simona Licandro ANSA: Era nella Basilica della villa che il padrone riceveva i suoi ospiti. Ed è da qui che parte il viaggio nella storia a Piazza Armerina, nella restaurata Villa del Casale che sarà inaugurata domani. Un evento “storico” lo ha definito oggi in una conferenza stampa il presidente della Regione Raffaele Lombardo, mentre il commissario straordinario della Villa del Casale Vittorio Sgarbi ha sottolineato l’importanza della nuova copertura lignea ventilata.
Nella Basilica i lavori di “ripristino del passato” hanno portato alla luce marmi di grande pregio e di sicura manifattura africana: il pavimento ha un avvallamento dovuto ad una falda sottostante ed antiche deformazioni, ma riesce lo stesso a mostrarsi in maniera compiuta, e anche le pareti, in origine coperte da marmi, sono state recuperate nei mesi scorsi. Sono state ridefinite le gerarchie spaziali della villa, in particolare il tetto della Basilica, realizzato col sistema del tetto ventilato, è stato rialzato in maniera da sovrastare, come era in origine, gli altri ambienti, recuperando l’antica volumetria, che è stata dedotta seguendo il criterio della proporzione metrica applicata alle colonne sopravvissute.
All’interno i turisti potranno ammirare la struttura del soffitto a cassettoni, che allude alle coperture generalmente in uso in tali ambienti, la copertura nella zona absidale centrale interamente in legno, che ricostituisce la memoria dell’originaria calotta. E il completo restauro del pavimento, in parte andato perduto per le spoliazioni e i dissesti, subiti dalla villa fin dagli anni del suo abbandono ne XII secolo.
Il percorso di visita, che si effettua tramite un ponte sopraelevato, prevede le sale con le famose Ginnaste, il corridoio della Grande Caccia, la Dieta di Orfeo, il Triclinio con l’antistante Xistus, e la Basilica. Nelle terme, in cui confluiscono alcuni canali sotterranei sono tre gli ambienti: Frigidarium, Tepidarium e Calidarium oltre ai praefurnia.
I nuovi straordinari ritrovamenti hanno riportato alla luce un portico colonnato, una vasca absidata, un pavimento mosaicato di oltre 80 metri quadri e numerosi affreschi ben conservati.
La villa era infatti probabilmente attorniata da edifici di un certo pregio che fanno pensare ad un vasto e ricco insediamento abitativo. A sud della Villa romana del Casale sono state scoperte due nuove aree archeologiche. A circa due metri di profondità sono state rinvenute alcune colonne e una parte di basamento mentre la seconda zona di scavo ha fatto emergere una vasca absidata, rivestita di mosaico, parte di un più ampio complesso termale, ancora non identificato con certezza. Potrebbe trattarsi di un vasto ambiente di circa ottanta metri quadri con pavimento a mosaico ancora integro e con disegni geometrici, simili a quelli presenti in alcuni ambienti della villa.


«Il settimo assessore potresti essere tu». Ha risposto così il Presidente della Regione Raffaele Lombardo a Vittorio Sgarbi, stamane, a margine della conferenza stampa di presentazione dei restauri della Villa Romana del Casale.
Il critico d’arte ha infatti ricordato come, dalla sua nomina di Alto Commissario per i restauri della Villa, si sono succeduti ben 6 assessori ai Beni Culturali: Granata, Pagano Lenza, Antinoro, Armao e Missineo.
«Sono tanti», ha detto Sgarbi. Gli ha risposto Lombardo: «C’è ancora il tempo di nominarne un settimo».
«Ho visto – dice Sgarbi – Missineo arrossire e impallidire contemporaneamente»
Ma il critico d’arte non è interessato: «Ringrazio Lombardo, ma rinuncio per non essere sciolto per mafia»