Piazza Armerina. Incendio di Bellia. La comunità: Il rimboschimento non basta occorre risvegliare le coscienze

Piazza Armerina. Incendio del Bosco di Bellia, adesso dopo la paura e lo sgomento per i cittadini piazzesi è tempo di riflessione. La comunità armerina dopo ventiquattro ore di panico generale per l’incendio di natura probabilmente dolosa appiccato, in più punti, alla vasta area del bosco Bellia comprendente numerose strutture pubbliche e private, adesso fa il punto della situazione, compiendo anche un “mea culpa” per tutto ciò che con ogni probabilità si sarebbe potuto fare per evitare il disastro ecologico. Sin da subito è stata avviata una raccolta fondi per il recupero del percorso ecologico sportivo che prende avvio dall’ex macello comunale e si estende ai confini della zona di preriserva attigua all’ex polveriera militare, a promettere il loro contributo oltre al vescovo Michele Pennisi e all’amministrazione comunale del sindaco Nigrelli, anche i consiglieri del civico consesso, parecchi professionisti e imprenditori, il mondo dell’associazionismo e dei comitati di quartiere. Ecco alcune delle prime riflessioni: “Colpire i boschi di Bellia –dice l’imprenditore Ranieri Ferrara- vuol dire colpire il cuore dei piazzesi, i nostri boschi insieme alla Villa del Casale rappresentano la nostra identità, chi almeno una volta nella vita non ha respirato l’aria salubre della Bellia? Io ho anche una attività imprenditoriale all’interno del Bellia e vedere le fiamme che lambivano lo stabile, lo scorso lunedì pomeriggio, è stato terribile, ho temuto il peggio”. Le indagini stanno andando avanti in tutte le direzioni. Il Corpo forestale ha già compiuto un primo sopralluogo ricognitivo per l’accertamento dei danni, adesso si procederà al censimento dell’area. Sarebbero 80 gli ettari di bosco andati perduti di cui 20 ettari tra privati e terreni incolti, mentre i restanti 60 fanno parte del bosco comunale formato da ben 480 ettari. Si tratta di 600-800 piante di alto fusto andate in fumo per ogni ettaro. “Dopo il primo difficile momento –dice Massimo Di Seri presidente del quartiere Castellina- per la nostra comunità è arrivata l’ora di risvegliare le coscienze. Il bosco è andato in fumo, una grave perdita, che colpisce tutti. Dobbiamo però non solo pensare alla conta dei danni e alla individuazione dei responsabili, senz’altro importantissima, ma sensibilizzare la comunità, per questo ho già parlato con il sindaco, i comitati di quartiere, infatti, hanno intenzione di organizzare degli incontri con i cittadini, d’ora in poi bisognerà valorizzare al meglio il nostro polmone verde per consegnarlo integro alle future generazioni”. Anche Fareambiente attraverso la sua presidente provinciale Rosalia Giangreco interviene sulla vicenda: “E’ un crimine contro l’umanità avere appiccato il fuoco ai boschi di Bellia conosciuti in ogni parte della Sicilia, i forestieri che giungono a Piazza hanno sempre l’impressione di trovarsi in una piccola area della Svizzera. Esiste una legge quadro in materia di incendi boschivi, la 353/2000, che riconosce questi incedi come reati nei confronti dell’ambiente, purtroppo la complessa morfologia del nostro territorio e la vastità delle aree boscate, spesso non consentono di contrastare immediatamente gli incendiari e i piromani. Occorre puntare sulla prevenzione, attraverso campagne di sensibilizzazione rivolta a tutta la popolazione, per ridurre il rischio di innesco e di propagazione degli incendi boschivi”.

Marta Furnari