Enna, Villarosa, Piazza Armerina, Butera e Gela ricordano padre Giulio Scuvera ad un anno dalla sua morte

Ad un anno dalla morte dell’indimenticabile “servo di Dio”, padre Giulio Scuvera, vicario episcopale della diocesi di Piazza Armerina e parroco di “San Tommaso apostolo”, il Comune di Butera e la Chiesa Madre lo ricorderanno con un ricco programma. Oggi al cimitero, alle ore 17, recita del Santo Rosario e messa celebrata da don Emiliano Di Menza; Sabato 21 alla Chiesa Madre, ore 21, adorazione Eucaristica: “Sacerdozio regale e profetico in Cristo” animata dal gruppo RnS “Magnificat” di Butera; Domenica 22 al Cine-teatro “Don Giulio Scuvera”, ore 21, musical “La buona novella” a cura del gruppo CeSMA di Gela; Lunedì 23, ore 18, Chiesa Madre solenne concelebrazione Eucaristica presieduta da mons. Giovanni Bongiovanni, vicario generale della diocesi armerina. A Piazza Armerina, invece, gli amici, gli ex alunni e i figli spirituali di don Giulio lo ricorderanno domenica nel corso di una Santa Messa in suo suffragio che verrà celebrata nella chiesa di Santo Stefano, alle ore 18. Don Giulio fu un profeta dei nostri tempi che nell’amore smisurato per la Chiesa formò generazioni di giovani di Villarosa, Piazza Armerina, Enna e Butera.
“Uomo di grande spessore –osserva il dott. Santo Pecoraro- e un sacerdote che è stato guida per tante generazioni di giovani anche a Piazza Armerina”. “Come ricordo padre Giulio? –commenta Rita Sollami di Villarosa- Come l’uomo che ci ha aiutato a dar voce ad un pensiero ribelle ma indebolito dal pesante retaggio culturale che gravava sul mondo delle donne. Con lui ho compreso la sacralità dell’impegno civile”. “Fu il suggeritore di percorsi di vita improntati –sottolinea l’ex assessore di Villarosa, Piergiovanni Zaffora- al rispetto dell’altro ed alla difesa dei deboli; in anni in cui ci nutrivamo di voglia di cambiamento ci trasmise passione e speranza che ancora oggi governano le nostre vite”. “In tempi come questi ci manca e avremmo ancora bisogno di quel sorriso contagioso di speranza che don Giulio mostrava naturalmente”, fa eco l’ex sindaco Gabriele Zaffora. “Amico, educatore, maestro. Tutto teso –sottolinea in una lettera l’ex sindaco Maurizio Prestifilippo nel ricordare gli anni ‘70- a sollecitare una riflessione in giovani un po’ contestatori, in una scuola ancora statica, in quegli anni straordinari in cui nelle nostre città arrivavano solo gli echi della contestazione studentesca. A quelli che ostentavano un esteriore rifiuto della Chiesa e perfino di Dio, Giulio non contrapponeva il classico stereotipato rimprovero caratteristico del clero di allora. Anzi, a quei giovani, Giulio si dedicava di più. Di ciascuno, diceva, bisogna prendere il buono che c’è e valorizzarlo, mettere in luce le contraddizioni e suggerire una strada per superarle”.

Giacomo Lisacchi