Villarosa. Altro premio letterario a Carmela D’Amico al Concorso nazionale di poesia “Città Sant’Agata di Militello”

Un anno pieno di soddisfazioni per la villarosana Carmela D’Amico – funzionario presso la Prefettura di Enna – che conquista un altro premio letterario al Concorso nazionale di poesia “Città Sant’Agata di Militello”, giunto alla XXVII^ edizione. Con la poesia in vernacolo “Picuri e lupi”, ha ottenuto il III° premio per la sezione “Poesia inedita in dialetto siciliano”, che le è stato assegnato nel corso della cerimonia tenutasi domenica nella suggestiva cornice del castello “Gallego” della ridente cittadina messinese. “Questa poesia –dice la poetessa D’Amico- nasce a seguito di un sopruso che ho subito da parte di un superiore, al quale non potevo ribellarmi. Sicuramente, quella persona – nell’occasione – non si è dimostrata “superiore” per cui, muovendo dalle favole di Esopo, Fedro e La Fontaine, ho citato il lupo e l’agnello, per rappresentare le categorie degli umili – che non necessariamente debbono essere poveri – e dei prepotenti, categorie che da sempre hanno popolato la terra, distinguendosi i primi per il coraggio muto nel cercare di difendersi e gli altri per la tronfia arroganza che alla fine regalerà loro solo un pugno di mosche”. La D’Amico non è nuova a questi successi e oltre a decine di premi a livello nazionale nel suo “palmares” figurano anche premi internazionali, come quello vinto a Trabia con la toccante lirica “Carusu di li tenibri, ovvero fanciullezza negata”, in cui descrive ciò che doveva provare il padre – uno di quei tanti carusi sfruttati nelle miniere di zolfo – quando all’età di otto anni entrò nelle viscere della terra. La poetessa villarosana racconta spesso il mondo delle miniere di zolfo, quell’universo che a tutti noi sembra ormai lontano, che rappresentò la Sicilia della miseria e dello sfuttamento. E proprio per questo suo particolare amore verso i minatori che lo scorso 12 novembre è stata invitata a Caltanissetta alla tradizionale commemorazione della tragedia avvenuta nel 1881 nelle gallerie della miniera di Gessolungo dove morirono, a causa dello scoppio di grisou, 65 minatori, molti dei quali erano ‘carusi’. In quella occasione particolarmente emozionante, la poetessa villarosana ha recitato due poesie in onore dei minatori e dei carusi: La vallata degli eroi e Carusi di li tenebri.

Pietro Lisacchi