Gagliano, iniziati i festeggiamenti in onore del patrono San Cataldo

Gagliano. Sono iniziati i festeggiamenti in onore del patrono San Cataldo, con l’ “Annuncio dell’alloro” ed il pellegrinaggio ai boschi di Caronia.
La tradizione del viaggio votivo per raccogliere l’alloro è molto antica e lo testimonia un documento del 1598. Già allora si praticava il viaggio al bosco, ma avveniva in un periodo dell’anno differente. Fino al 1620 la festa si celebrava il 16 aprile, per cui i pellegrini si recavano in viaggio quasi in primavera. Poi fu spostata all’ultima domenica di aprile; successivamente a luglio ed infine ad agosto. Lo spirito penitenziale del viaggio era profondissimo. Si partiva per i boschi di Caronia a cavallo, essendo allora l’unico mezzo di trasporto esistente, ma alcuni andavano anche a piedi, scalzi, percorrendo mulattiere e sentieri sterrati. Si portava, come lo si fa ancora oggi, una statuetta del santo chiamata “raìcula”. Il luogo di arrivo era diverso da quello attuale, comunemente detto “Vadduni da Maddalena”. Durante il viaggio lungo e periglioso alcuni pellegrini si smarrivano tra i boschi, in quanto si partiva col tamburo, ma la sua eco poteva ingannare i viaggiatori, inducendoli ad andare in tutt’altra direzione. Fino agli anni ’80 del Novecento il sacerdote non accompagnava i fedeli al bosco. Solo a partire da quel periodo padre Vasta istituì la messa al bosco.
Lo stesso antico documento del 1598 testimonia un’altra antica tradizione legata a questa festa. Tutte le mattine, dall’1 al 31 agosto, all’alba, un suonatore di tamburo compie lo stesso tragitto che verrà percorso dal fercolo nell’ultimo giorno di agosto, svegliando i cittadini. Tutti i giorni si celebra inoltre la messa dedicata a San Cataldo. Ciò ha lontane radici. Nel Seicento il tamburo invitava infatti i cittadini ad andare presto a lavorare nei campi per essere pronti per la celebrazione serale. Le campane suonavano tre volte per avvisare i fedeli. La prima volta suonavano quando l’ombra della Rocca raggiungeva la chiesa Sant’Agostino, la seconda quando giungeva in via Monterillo ed infine quando toccava contrada Milana. Iniziava così la coroncina (più lunga di quella odierna), con nove preghiere e la benedizione.
Valentina La Ferrera