A Gagliano molti giovani sognano ancora un impiego

Gagliano. La mancanza di lavoro nella provincia ennese è una ferita non ancora rimarginata, che spinge sempre più uomini e donne, giovani e meno giovani ad inoltrare richiesta all’ufficio per l’impiego, al fine di essere inseriti e avviati al lavoro. La fame di occupazione è però divenuta negli ultimi anni piaga nazionale, motivo per il quale anche la via dell’emigrazione diventa una scelta sempre più difficile, persino verso quelle regioni del nord Italia da sempre considerate motore dell’economia nazionale. Alcuni giovani si arrendono ormai anche di fronte all’idea di raggiungere un sogno e si accontenterebbero di trovare lavoro anche in ambito differente da quello per cui hanno studiato. Neppure questo sembra però aiutarli.
Negli anni passati i paesi dell’Ennese si sono spopolati a vantaggio dei grandi centri del nord Italia, dove ancora era possibile trovare una sistemazione ottimale.
A Gagliano, nei giorni di festa dedicati al patrono San Cataldo, si è assistito ad un breve ritorno per tanti gaglianesi emigrati altrove per motivi di lavoro. Solo in quell’occasione, ci si rende conto di quanta gente abbia lasciato il paese natio, al quale rimane sempre legata ma senza farvi più ritorno, se non solamente per pochi giorni nel mese di agosto. La triste realtà in cui si dibattono i gaglianesi, gravemente danneggiati dalla chiusura dell’unica fonte di sostentamento che fu la fabbrica tessile “Nuova Intesa”, è quella di interi nuclei familiari che hanno abbandonato l’ingrata terra natia.
Alla data del 30 agosto 2012 le dichiarazioni di disponibilità registrate presso l’ufficio per l’impiego di Nicosia da parte di cittadini gaglianesi sono 499, con un picco massimo nella fascia d’età compresa fra i 32 e i 50 anni, su una popolazione residente che si aggira sui 3700 abitanti. I cittadini gaglianesi disoccupati tra i 18 e i 29 anni d’età sono 156, di cui 109 maschi e 47 femmine. Il dato si abbassa nella fascia d’età compresa tra i 29 e i 32 anni, attestandosi sui 22 (14 maschi e 8 femmine), per risalire vertiginosamente a partire dai 32 anni fino ai 50, toccando il limite massimo di 204 disoccupati e, di questi, 120 sono maschi, mentre 84 sono femmine. Oltre i 50 anni il dato si abbassa a 110, di cui 77 disoccupati sono uomini e 33 donne. Al di sotto dei 18 anni sono solamente 7 coloro i quali hanno dichiarato la propria disponibilità al lavoro. Gli iscritti per la prima volta all’ufficio per l’impiego sono invece complessivamente 144.
Valentina La Ferrera