Enna. Presidente Consiglio provinciale Massimo Greco su comitato elettorale pro Musumeci

Elezioni regionale. Enna: Il Presidente del Consiglio provinciale Massimo Greco sul comitato elettorale pro Musumeci

A Enna è stato costituito il comitato elettorale per Musumeci Presidente, c’è il suo zampino?

L’iniziativa è del circolo ennese del PDL guidato da Dario Cardaci e io da semplice iscritto darò certamente il mio contributo. Del resto, come ho già detto, non essere candidato in prima persona nelle liste regionali non mi impedisce di continuare a professare le mie idee a sostegno del centro-destra e del candidato alla Presidenza della Regione Nello Musumeci.

Come mai non avete fatto un comitato elettorale per il PDL?

Perché un circolo territoriale del PDL è per definizione anche un comitato elettorale aperto a tutti i candidati del PDL. E poi la nostra iniziativa vuole rappresentare un elemento di novità rispetto alle tradizionali formule politiche finalizzate solamente alla ricerca acritica del consenso. Stiamo infatti studiando alcune proposte programmatiche da suggerire al candidato Musumeci. E’ impensabile che in un momento così drammatico per la Sicilia nessun candidato abbia un programma elettorale serio e credibile da offrire alla valutazione dei siciliani. E’ come se non ci si rendesse conto della drammaticità in cui versa la Sicilia. Non è questo il tempo per campagne elettorali gremite di slogan e frasi suggestive.

Quali questioni proporrete a Musumeci?

Abbiamo già formalizzato alcune proposte sull’uso produttivo dei lavoratori precari del comparto forestale e su specifiche misure atte a calmierare il prezzo del carburante per autotrazione. Adesso stiamo ultimando altre quattro proposte:

1. La riforma dello Statuto siciliano non è più procrastinabile. Occorre ripensare il rapporto della specialità siciliana con le attuali ed immanenti esigenze sottese alla partecipazione della Regione agli impegni assunti dallo Stato con l’U.E. ed ai negoziati aperti con lo Stato sul Federalismo fiscale. Va inoltre rivisto il ruolo del Commissario dello Stato nel procedimento legislativo dell’A.R.S..
2. Gli enti intermedi vanno riordinati sopprimendo tutta la costellazione di enti pubblici a dimensione provinciale a vantaggio degli enti territoriali di governo Comuni e Province. E’ assurdo pensare di accorpare le attuali Provincie Regionali la cui governance è determinata da libere e democratiche elezioni e mantenere in vita le società d’ambito, le aree di sviluppo industriale, i consorzi di bonifica e gli istituti case popolari. Una specifica previsione statutaria è altresì indispensabile non solo per introdurre le Province in luogo degli anacronistici liberi consorzi di comuni – alla luce della fallimentare esperienza delle società d’ambito per la gestione di rifiuti – ma soprattutto per inserire, come richiesto dallo Stato, le Città metropolitane quali enti territoriali di governo. Quelle attuali – Catania, Messina e Palermo -, ancorchè non formalmente istituite, possono solamente configurarsi quali enti di coordinamento delle funzioni di area vasta esercitate da Comuni metropolitani e Province perché non previste dallo Statuto. Inoltre, la Regione deve decentrare agli enti locali molte delle funzioni che ancora trattiene gelosamente. Le ultime riforme fatte – servizi turistici e aree di sviluppo industriale – vanno nella direzione opposta al federalismo perché sottraggono quote di sovranità al territorio accentrando poteri in capo alla Regione.
3. Le risorse umane di cui dispone l’Amministrazione regionale si dovranno ridurre solo se si continuano a concepire come un costo insopportabile per la spesa pubblica. Invero, oltre all’immediato recepimento di tutte le misure per la crescita messe in campo dal Governo Monti in materia di DIA, SCIA e Sportello Unico, una mirata ottimizzazione delle risorse umane, effettivamente in eccedenza rispetto alle funzioni istituzionali esercitate, dovrebbe rappresentare un vantaggio competitivo per il sistema economico siciliano. Basterebbe rivedere al ribasso tutti i tempi stabiliti da leggi e decreti regionali per la conclusione dei procedimenti amministrativi. La maggior parte dei procedimenti amministrativi, di competenza regionale, finalizzati al rilascio di autorizzazioni, pareri e nulla-osta possono ragionevolmente essere conclusi in tempo reale. Stranamente, pur in presenza di un esercito di dipendenti pubblici, i tempi attuali previsti per il rilascio delle varie autorizzazioni sono stabiliti in un intervallo che oscilla mediamente da 60 giorni a 180 giorni. Concludere in tempo reale il 75% dei procedimenti amministrativi alla cui cura è preposta l’Amministrazione regionale sarebbe una misura a favore della “crescita” senza precedenti nella storia non solo siciliana.
4. La tecnica dello spoil system si deve fermare alle nomine dei Direttori generali dei Dipartimenti regionali. Detta tecnica, che il più delle volte degenera in lottizzazione politica, deve rimanere fuori dalle corsie ospedaliere. La riforma del sistema sanitario va completata obbligando i manager a valutazioni oggettive e meritocratiche di tutta la Dirigenza ma soprattutto di quella di 2° livello medica e sanitaria. L’eccellenza non potrà mai raggiungersi se le scelte dei primariati risentiranno dell’influenza politica. In questa direzione, l’immediato recepimento del decreto-legge recentemente varato dal governo Monti è un passo avanti.



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