Calascibetta. Casa sta sprofondando in via Nazionale

Calascibetta. Rischiano di ricevere l’ordine di sgombero perché la casa che ancora devono finire di pagare potrebbe sprofondare. La vicenda interessa una famiglia di Calascibetta che risiede in via Nazionale. Che qualcosa non andasse per il verso giusto lo si era intuito nel 2010 quando si era formata una buca nella sede stradale (via Nazionale). Gli operai intervennero e ripristinarono il danno. Il peggio però doveva ancora arrivare. È nel 2011 che la questione esplode in tutta la sua interezza, ossia quando iniziano i lavori per il rifacimento dell’intera rete idrica. Solo allora gli operai della ditta si accorgono che sotto le fondamenta dell’abitazione si è formata una voragine. La vicenda finisce a colpi di carta bollata.
“Dall’esito della verifica effettuata versando del liquido rosso nel pozzetto che ricade all’interno della nostra proprietà si evince – dice Assunta Spitale – che la condotta fognaria non è integra. Ma pur avendo ragione abbiamo incredibilmente perso la causa”. Per gli inquilini Spitale e Roccuzzo arriva anche la beffa: vengono condannati a pagare poco più di 1.500 euro per spese processuali. E poiché non riescono a saldare il conto in tempo utile arriva anche l’atto di pignoramento, non ancora eseguito.
I problemi però rimangono: casa a rischio crollo e possibile azione di sgombero da parte del Comune. Assunta Spitale, con una figlia quindicenne e il marito disabile, non ci sta e attacca: “La voragine sotto casa sarebbe stata causata dall’allora obsoleta condotta idrica, mentre il canale fognario che dalla nostra abitazione giunge sino a quello centrale di via Nazionale è stato rotto nel 2011 dalla ditta che ha realizzato i lavori di rifacimento della condotta dell’acqua in tutta Calascibetta. Lo stesso tratto di fogna è stato chiuso con una colata di cemento”.
Gli inquilini, adesso, si sono rivolti ad un secondo legale. L’amministrazione comunale intanto potrebbe a breve ordinare lo sgombero degli inquilini. Assunta e Salvatore intanto hanno pensato di chiedere aiuto anche al prefetto di Enna.