Villarosa. Festa per i cento anni di nonna Lorenza Castellano

Villarosa. Si è svolta ieri una toccante festa per i cento anni di nonna Lorenza Castellano, alla quale hanno dato lustro allo storico evento la presenza del sindaco, Franco Costanza, con la giunta, il vicario foraneo, mons. Salvatore Stagno, e il parroco dell’Immacolata, don Salvatore Chiolo. Nel corso della cerimonia, sia il sindaco Costanza che mons. Stagno hanno sottolineato l’importanza e l’unità della “famiglia che si ricompone attorno alla radice, sempre integra come vuole Dio”. Dunque, un’altra villarosana ha raggiunto il traguardo del secolo di vita e anche per lei, attraverso l’Amministrazione e la Chiesa, sono arrivati gli auguri e il riconoscimento da parte dell’intera comunità accompagnati da una targa ricordo, una pergamena papale e un grande mazzo di rose rosse. Nonna Lora, così affettuosamente la chiamano i cinque nipoti e gli otto pronipoti, è testimone vivente di un secolo di storia vissuta, ma è soprattutto ancora oggi una donna di grande carisma e autorevolezza. Riesce a stupire chi si sofferma a parlarle e traccia le cronostorie vissute in maniera eccezionale, partendo dalla sua infanzia fino ad oggi. “In cento anni ne ho visto è passate tante –racconta con lucidità-: la prima e la seconda guerra mondiale, con tutte le loro inconvenienze e difficoltà. Mi sono sposata il 24 ottobre del ‘36 con Angelo Di Giugno, un meccanico molto conosciuto a Enna, e subito dopo siamo partiti per la Libia alla ricerca di fortuna dove nacquero i miei due figli: Peppino e Lia. Il destino ha voluto che ritornassimo nella nostra terra e senza scoraggiarci ci siamo trasferiti a Enna dove fortunatamente le cose sono andate per il verso giusto. Mio marito aprì una grande officina e una pompa di benzina e io invece una sortoria, dove molte ragazze della città hanno lavorato e imparato a ricamare e cucire. Con coraggio e spirito imprenditoriale, malgrado un settore a noi sconosciuto, aprimmo a Enna la prima sala trattenimenti, “Il giglio d’oro”, utilizzata per i matrimoni. Tutto ciò –dice con orgoglio- ci consentì di fare studiare i nostri figli, soprattutto il maschio che si è laureato a Roma in fisica nucleare”.

Pietro Lisacchi