Prorogate le funzioni del Cda della Silvopastorale di Nicosia

La giunta Malfitano ha prorogato per 60 giorni la funzioni di Consiglio di amministrazione dell’azienda Speciale Silvopastorale. La proroga scadrà quindi il 20 dicembre prossimo, anche se per quella data quasi sicuramente si profila un ulteriore proroga che confermerà la giunta a svolgere il ruolo di Cda dell’azienda di gestione del demanio comunale. La giunta sembrava orientata a nominare il nuovo consiglio di amministrazione, anche se non alla scadenza del 20 ottobre, molto probabilmente entro la metà di novembre, e, comunque, dopo l’approvazione del bilancio di previsione. si profilava quindi una proroga delle funzioni per un massimo di 30 giorni. La decisione di rimanere a garantire la funzione è scaturita dopo che nei giorni scorsi, è stato notificato al Comune il ricorso con il quale l’ex presidente del Cda Mario Consentino e due consiglieri, hanno impugnato la revoca degli incarichi dinanzi al Tar di Catania, ritenendo la revoca un atto illegittimo. Appena un giorno prima della notifica dall’amministrazione Malfitano era trapelata l’intenzione di nominare il presidente ed i consiglieri, nomine che alla Silvopastorale sono politiche. Il ricorso ha ovviamente bloccato eventuali nomine perché nel caso in cui i giudici del tribunale amministrativo di Catania ritenessero fondate le ragioni degli ex componenti del Cda, questi dovranno essere reintegrati nelle funzioni svolte fino allo scorso giugno. L’amministrazione puntava ad un Cda condiviso anche dall’opposizione, ma a questo punto sindaco e giunta hanno dovuto “prorogarsi” nel ruolo fino a quando non arriverà il pronunciamento del Tar sulla richiesta di sospensiva della delibera di revoca. La revoca del Cda era arrivata, clamorosamente, dopo giorni di tensione tra amministrazione Malfitano e presidente del consiglio di amministrazione dell’Assp. La giunta ha gia deliberato di costituirsi in giudizio dinanzi al Tar e procederà alla nomina di un legale. Malfitano con 10 pagine di ordinanza aveva revocato l’intero Cda dell’Azienda, motivando la clamorosa decisione con “atti in palese contrasto con gli interessi della Silvopastorale e del Comune”. Ad innescare la revoca era stata la vicenda sull’uso di una parte della ex caserma della Silvopastorale, che attualmente è occupata da un’impresa edile senza contratto, contro la quale il Comune ha intentato causa. L’edificio deve ospitare il museo della montagna che è stato finanziato con 500 mila euro di fondi europei ed il sindaco Malfitano aveva più volte chiesto all’allora presidente di far sgomberare i locali, per scongiurare il rischio di perdere il finanziamento. Il giudice civile non ha ancora sciolto la riserva sulla richiesta del Comune di disporre il rilascio dell’immobile. A questo punto il rischio di perdere il finanziamento da 500 mila euro diventa concreto, considerato che entro il 31 gennaio 2013 devono essere consegnati i lavori, pena la revoca dei fondi.