Sicilia. Elezioni 2012: Confessione di una diserzione

Confesso, sono colpevole, non ho votato come la maggioranza degli elettori siciliani che questa volta hanno deciso di esercitare il proprio diritto di sciopero. Come la maggior parte dei siciliani sono stanca di essere presa in giro, stanca di votare ogni volta per il meno peggio; stanca di rendermi ancora una volta  complice, con il mio voto, dell’ennesimo Governo e Consiglio formato da  corrotti, da gente solo attenta a guadagnare prebende e privilegi per sé,  per i propri parenti e per i propri clienti, da persone oneste, a cui abbiamo dato il beneficio della buona fede,  ma che hanno solo dimostrato tutta la propria ignavia quando, davanti a decisioni che li turbavano e li disgustavano, invece di trovare il coraggio di dimettersi , hanno preferito turarsi il naso e votare o girarsi dell’altra parte, sapendo che il proprio voto e perfino la propria indifferenza sarebbe  stata ben remunerata. Stanca di essere complice dello sperpero di decine se non centinaia di milioni all’anno spesi per pagare stipendi, indennità,  pensioni a questa casta di nulla facenti, gli ultimi dei quali non hanno avuto neppure il pudore di dare un segnale netto tagliandosi qualcosa, alla faccia delle centinaia di migliaia di giovani disoccupati o maleoccupati e sottopagati, dei padri di famiglia senza lavoro, di un debito pubblico che è una voragine nella quale questa nuova amministrazione non potrà non annegare.

Mentre scrivo arrivano i risultati quasi definitivi che, non solo mi assolvono dal mio peccato, ma mi confermano che si aggiunge un altro quindici per cento degli elettori che ha protestato votando il Movimento a Cinque Stelle, facendone il primo partito e non perché, come Grillo teme, vedono il lui il salvatore, il messia, ma perché lì era possibile incanalare la propria stanchezza e l’unica speranza di cambiamento . Arriverà quindi un numeroso plotone di dilettanti, forse allo sbaraglio ma certamente dotati di buona volontà e di voglia di rompere gli schemi e i giochi già fatti. Si continua a dire che sono privi di esperienza, e meno male!  Gli uomini di esperienza, alcuni purtroppo stanno ritornando  a palazzo di Orleans, quali meriti si possono attribuire? Non sono stati loro  a portarci disastro in cui ci troviamo, quindi chi può fare peggio di loro? Almeno ai novellini  si potrà dara il beneficio dell’errore per inesperienza.

Qualcuno fra qualche ora nell’analizzare il voto proverà a giustificare, a minimizzare, a togliere energia a questo risultato deflagrante,  e sbaglierà perché questo è un messaggio forte e chiaro a tutta la classe politica, se neppure questa volta lo recepiranno, sarà veramente la loro fine. Le rivoluzioni non vanno fatte necessariamente nel sangue, forse finalmente gli italiani ci stiamo rendendo conto della potenza dell’unica arma che abbiamo in mano, il voto,  e stiamo imparando a usarlo. I partiti, ancora sordi, lo proveranno sulla loro pelle alle prossime elezioni, siano le varie regionali che si preparano, siano le legislative  e prima ancora forse nelle  cosiddette primarie. Se non ora quando?

 

Franca Ciantia