Villarosa ha onorato i caduti

Villarosa ieri ha ricordato solennemente il IV Novembre 1918, data storica della fine della Prima Guerra Mondiale che si inserisce a pieno titolo come Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Un conflitto che ha determinato il compimento del disegno del risorgimento italiano e che proprio per questo motivo è stato anche definito come la “Quarta guerra d’Indipendenza”. Una guerra, quella del 1915-1918, che rappresentò una carneficina senza precedenti, alla quale Villarosa e Villapriolo diedero un grande contributo di sangue e di eroismo con 98 caduti. Erano soldati di fanteria, cavalleria e genio che caddero su tutti i teatri di un conflitto sanguinoso e crudele. Da Villarosa partirono, sin dalla vigilia della prima battaglia dell’Isonzo, in maniera graduale, più di mille uomini. In tanti, pur facendo ritorno a casa, perirono per le malattie e le ferite riportate qualche tempo dopo. Dunque, a 94 anni della fine di una guerra considerata l’ultima tappa di un’agognata unità nazionale, l’Amministrazione villarosana ha onorato la memoria di quanti si immolarono per la Patria. Hanno preso parte alla cerimonia e al tradizionale corteo, partito da Palazzo di città fino al monumento ai caduti dove è stata deposta la corona d’alloro, il sindaco Franco Costanza con la giunta e i consiglieri comunali, mons. Salvatore Stagno, don Salvatore Chiolo, il comandante dei VV.UU. Vincenzo Profeta, il maresciallo dei carabinieri Stefano Panico e numerosi cittadini. “Oggi ricordiamo i nostri cari defunti –ha detto mons. Stagno- che hanno pagato con la vita per difendere la Patria”. Quindi ha spiegato che “abbiamo una Patria mondiale per la quale i nostri soldati oggi vanno a morire per il mondo per difendere la nostra civiltà e, in quanto cristiani, per testimoniare la pace”. “Oggi ricordiamo la prima guerra mondiale –ha sottolineato il sindaco Costanza- che coincide con la vera unità d’Italia. I concetti di Patria e di unità in questi anni sono stati messi in discussione, ma è arrivato il momento invece di una nuova coesione che serva anche per superare la pesante crisi economica che stiamo vivendo. Esprimiamo gratitudine –ha concluso- a chi fieramente indossa la divisa dei carabinieri, della polizia di Stato e delle Forze armate”.

Pietro Lisacchi