Il M5S visto nell’ottica dei Sei Cappelli di De Bono

Nel gioco che sto portando avanti con i miei articoli, e che consiste nel ragionare sul modo in cui modelli collaudati di problem solving si possano applicare alle esperienze di vita vissuta, provo ad esaminare la situazione del M5S con l’ottica dei “Sei Cappelli per Pensare” di Edward de Bono, il fortunato modello psicologico che induce a ragionare in sei modi diversi.

Dei sei cappelli prendiamone due, il verde e il nero.

Il cappello verde è il pensiero creativo, la proposta di soluzioni nuove, il cambiamento di punti di vista e di paradigmi.

Il cappello nero è il pensiero critico, l’esame razionale delle ragioni per cui una proposta non può funzionare, la valutazione di rischi e criticità.

Ambedue gli approcci mentali sono utili ad affrontare temi di discussione, argomenti, problemi.

Tuttavia, per farli funzionare bene, occorre tenerli separati, nel senso che, quando si vuole interagire efficacemente con chi sta usando il cappello verde, non si deve usare il cappello nero, bensì il cappello blu.

Tuttavia, per farli funzionare bene, occorre tenerli separati, nel senso che QUANDO SI VUOLE INTERAGIRE EFFICACEMENTE CON un cappello verde non si deve usare il cappello nero, bensì il cappello blu.

Non c’è di peggio per chi propone qualcosa sentirsi dire queste frasi:

– Sì, ma…

– Da noi non si può.

– Non l’abbiamo mai fatto.

– Che esperienza hai per proporre una simile idea?

– L’idea può andare, ma la realizzazione è troppo difficile.

– Costa troppo, abbiamo altre priorità.

Peggio ancora è squalificare la persona:

– Stai dicendo cavolate.

– Sei pazzo?

– Come ti permetti?

– Chi ti credi di essere?

Le frasi del cappello verde che propone sono di questo tipo:

– Potremmo provare così.

– Proviamo a cambiare le cose che non funzionano.

– Perché no?

– Immaginiamo il futuro.

– Come sarebbe se…?

In genere chi ha più potere tende a indossare il cappello nero, e a inibire con esso le proposte del verde.

Queste dinamiche si ritrovano nell’attuale vicenda del M5S. Un movimento creativo, che ragiona in modo diverso da tutti gli altri, che rompe gli schemi, che non può essere assolutamente valutato con i criteri correnti. Un movimento che indossa il cappello verde e addita soluzioni a volte paradossali , ma comunque diverse da quelle adottate finora, che si mostrano sempre più disfunzionali.

Ecco le osservazioni che vengono fatte dai cappelli neri di fronte al verde movimento:

– Fate protesta, non proposte.

– Non avete esperienza di governo e amministrazione.

– Non siete qualificati.

– Non siete educati, usate il turpiloquio.

– Non siete democratici.

– Non accettate il dibattito, specialmente quello televisivo.

Per chi ragiona col cappello nero è difficile capire o accettare le proposte del cappello verde, perché il verde si basa sull’inesperienza (non so farlo, ma ci provo), il nero sull’esperienza (so come vanno le cose, e so che non funzionerà). L’esperienza va bene per continuare a fare ciò che si faceva prima e che funziona ancora. L’inesperienza creativa è l’unica soluzione per fare cose diverse da quelle che gli esperti sanno e continuano a fare.

Al posto del cappello nero è più produttivo indossare il cappello blu, di fronte ad un cappello verde. Il verde lancia provocazioni, stimoli, idee, soluzioni. Il blu organizza, pianifica, trasforma tutto in progetti da realizzare nel tempo e con le risorse disponibili.

Ecco osservazioni da cappello blu, che potrebbero essere fatte da chi ha più conoscenze e più saggezza:

– Buona questa idea, vediamo come poterla realizzare.

– Decrescita: da dove possiamo cominciare?

– Chi si occupa dei rifiuti?

– Come facciamo a trasformare in progetto la proposta della produzione distribuita di energia?

– Come pianifichiamo compiti e scadenze?

Le idee proposte dal cappello verde non vanno stroncate sul nascere dal cappello nero, ma vanno valutate con cappello giallo (punti di forza) e nero (punti di debolezza) e trasformate in progetti col cappello blu.

Per il M5S è giunto il momento di passare agli altri cappelli per trasformare in progetti politici e amministrativi le proposte e le idee.
“Grillo è un fenomeno molto interessante. Ha un programma che non presuppone la rivoluzione, ma il cambiamento di mentalità.” Carlo Freccero

 



Umberto Santucci
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