Nel centro storico di Troina incombe un serio rischio di degrado irreversibile

Troina. Da un po’ di tempo, con cadenza annuale nel mese di novembre, il locale circolo Ancipa di Legambiente sceglie un una chiesa del centro storico dove svolgere un’iniziativa che fa parte del progetto “Salvalarte” volto al recupero ed alla valorizzazione dei beni culturali che Legambiente conduce su tutto il territorio regionale. Quest’anno la chiesa è quella di San Salvatore, nel quartiere San Procopio, dove si svolgerà oggi pomeriggio alle ore 16 la manifestazione del circolo Ancipa.
L’anno scorso la scelta cadde sulla chiesa dell’Immacolata Concezione, chiusa perché non agibile, ma la maniferstazione si svolse nella sala conferenze della Torre Capitania distante qualche centinaio di metri. Anche la chiesa del San Salvatore è ad un tiro di schioppo dalla chiesa dell’Immacolata Concezione. Tutte due queste chiese sporgono sulla via Conte Ruggero, che attraversa il cuore del centro storico troinese. Lungo questa strada si affaciano molti edifici, alcuni di particolare pregio architettonico e di valore storico. Ma a vederli vuoti si ha la sensazione di trovarsi di fronte a dei luoghi sospesi nel tempo. Camminando lungo la via Conte Ruggero dalla chiesa madre fino a San Procopio, si prova una certa tristezza nel vedere chiuso il palazzo Squillaci, che si trova di fronte la piazzetta Idria dove c’è un busto in bronzo del Conte Ruggero il Normanno.
Pochi passi più avanti c’è il collegio Maria Addolorata, chiuso anche questo. Accanto al collegio si può ammirare l’ex convento San Francesco, costruito nella seconda metà del ‘400, che molti considerano il più bell’edificio di valore storico di Troina. Chiuso anche questo. Andando verso San Procopio si scorge un’impalcatura, il portone della chiesetta antichissima di San Nicolò alla Piazza. Manco a dirlo, anche il portone di questa chiesetta è invalicabile. Ci sono anche dei pregevoli palazzi costruiti all’inizio del ‘700 dalle famiglie più ricche di Troina di allora, come quello che porta il nome di Sollima, proprio di fronte la chiesetta San Salvatore. Anche questi con porte e finestre sbarrate. Il patrimonio edilizio del centro storico è fatto anche di modeste case, che non hanno il valore storico ed architettonico delle chiese e del palazzi costruiti dagli esponenti più in vista delle classi dominanti dei tempi passati, ma non per questo sono di minore importanza. Moltissime di queste case sono vuote ed abbandonate. Su tutte queste case, chiese e conventi rimasti vuoti ed abbadonati del centro storico incombe il rischio serio del degrado irreversibile. Cosa fare per attrare abitanti, anche se provvisori come gli ospiti di un albergo, e far rivivere il centro storico? E’ questa la domanda che attende una risposta da almeno trent’anni.

Silvano Privitera