Troina. Associazione Gramsci: dibattito su “a 50 anni dal Concilio Vaticano II”

Troina. Sabato 17 novembre alle 17.30 nell’aula magna dell’Iiss Ettore Majorana, via Aldo Moro, n. 147, mons. Gaetano Zito, vicario episcopale per la cultura dell’Arcidiocesi di Catania, terrà la conferenza sul tema “A 50 anni dal Concilio Vaticano II: origini, svolgimento ed effetti”. L’iniziativa è organizzata dall’Associazione culturale Antonio Gramsci, che da un paio d’anni svolge in paese un’apprezzata attività di promozione culturale su temi di rilevanza sociale. Del 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II i giornali e le televisioni non si sono occupati abbastanza. Eppure il Concilio Vaticano II ha un profondo significato per la storia della Chiesa Cattolica perché ha messo in discussione un apparato che era rimasto sostanzialmente immutato per circa 4 secoli dai tempi della Controriforma. Il Concilio Vaticano II non va visto come un evento in sé, ma come un processo e come movimento che rida centralità e protagonismo ai laici, mette la collegialità al centro della vita della Chiesa e da al “gregge” cattolico la coscienza di sentirsi “popolo di Dio” in cammino. Nel dibattito sull’interpretazione e sul significato del Concilio Vaticano II è emerso uno scontro abbastanza forte tra l’ermeneutica cosiddetta della “discontinuità” e quella della “continuità”. Per i sotenitori della “continuità”, il Concilio Vaticano II prosegue quanto già affermato dai Concili precedenti. Per i sostenitori della discontinuità, invece, rappresenta, una svolta più o meno epocale. C’è da dire che in ogni processo storico esistono aspetti di continuità ed istanze di discontinuità. La questione è capire qual è il peso degli uni e delle altre. E’ certo che nel Concilio Vaticano II sono sfociate tutte le rivendicazioni di rinnovamento che l’avevano preceduto. Molti ebbero, allora, la percezione che la chiesa era entrata in processo riformatore che non riguardava solo la liturgia (si pensi all’uso dell’italiano al posto del latino nella messa), ma anche i rapporti con le altre chiese cristiane, l’ebraismo e le altre religioni. Non è stata posta, però, in discussione la verità della fede, ma il modo in cui questa viene espressa. Il senso del Concilio Vticano II è riassunto nella risposta che Papa Giovanni XXIII aveva dato all’accusa di aver cambiato il Vangelo che un giornale reazionario di stampo clericale gli aveva rivolto: “ Non è il Vangelo che cambia, ma siamo noi che cominciamo a comprenderlo meglio”.
Silvano Privitera