Da Troina interpellanza alla Camera dei Deputati sulla crisi idrica

Troina. Il livello dell’acqua nell’invaso della diga Ancipa continua a scendere, ed in proporzione cresce la paura e la disperazione dei troinesi e di tutti gli abitanti dei comuni limitrofi che si servono esclusivamente di quest’acqua per i fabbisogni giornalieri.
Le condizioni climatiche, tra l’altro, non prevedono nulla di buono all’orizzonte, pertanto se non ci saranno abbondanti piogge o nevicate nei prossimi giorni, la situazione rischia di degenerare, paventando la totale chiusura della distribuzione.
L’allerta lanciato dal sindaco, Salvatore Costantino, alla Protezione Civile, al fine di chiedere l’intervento delle autobotti, cammina di concerto con la Prefettura di Enna, con la quale si sta cercando di percorrere anche una strada che preveda, nei giorni di crisi, l’arrivo dell’acqua da altri luoghi della Sicilia, attraverso una diversa forma di adduzione idrodinamica dell’acqua, ma rimane il fatto che ad oggi, non tutte le famiglie ricevono l’acqua nella propria abitazione e sono già ricorse ad approvvigionamenti con le autobotti a proprie spese. Questo perché l’erogazione, che avviene a giorni alterni, non dura abbastanza per far riempire tutti i serbatoi, soprattutto quelli posti su livelli più alti.
Di questo drammatico problema, si è discusso mercoledi sera, durante il consiglio comunale. “Forzando l’ordine del giorno, afferma il consigliere di centrosinistra Alfio Giachino, ho aperto una piccola discussione al fine di poter avere contezza sulla situazione. Chi ha avuto modo di vedere la diga tra giugno e luglio, giustamente non riesce a capacitarsi di come si sia potuto arrivare ad un livello così basso. L’unica spiegazione plausibile, che ognuno di noi si è dato, è quella dello svuotamento parziale dell’invaso al fine di effettuare dei lavori sul muro di sbarramento. Sembrerebbe, invece, che la causa principale sia da ricondurre al fatto che l’Enel, proprietaria della diga, abbia in questi ultimi mesi utilizzato una mole di acqua ingentissima per scopi idroelettrici. In pratica, ha utilizzato l’acqua per produrre energia. Dovendo fare una valutazione personale mi permetto di dire che, benché l’Enel sia proprietaria dell’invaso, non mi pare corretto un utilizzo simile senza forme di concertazione. Non si può mettere in ginocchio un intero territorio. Questi sono gli effetti di una gestione privatistica di un bene fondamentale che è l’acqua!”.
Una soluzione del problema, non solo è urgente, ma richiede l’impegno di tutti. “Come Partito Democratico, continua Alfio Giachino, abbiamo fatto predisporre un’interpellanza parlamentare urgente alla Camera dei Deputati, dall’on. Giuseppe Berretta, per sollecitare le autorità competenti ad intervenire con la massima urgenza per scongiurare nei prossimi giorni serie conseguenze sul piano igienico-sanitario e dell’ordine pubblico”.

Sandra La Fico