Troina ricorda la terribile esplosione di 62 anni fa nella galleria centrale Ancipa

Troina. Erano le 21, quando, il 5 dicembre 1950, il terrificante boato della tremenda esplosione alla IV finestra, la galleria secondaria di 357 m in contrada Candela attraverso la quale si entrava nella galleria centrale Ancipa-Troina lunga 7 km. Il 4 dicembre per la festa di santa Barbara, la santa protettrice dei minatori, in galleria non era entrato nessuno. Il giorno dopo i minatori in sciopero per rivendicare l’aumento dell’assegno di contingenza. Durante quei due giorni di astensione dei minatori dal lavoro, nella IV finestra si era accumulato gas metano che con l’aria forma il grisù, la miscela di gas infiammabile ed esplosiva. Il 6 dicembre i minatori dovevano riprendere a lavorare. Bisognava liberare la IV finestra del grisù prima che i minatori riprendessero a lavorare. Così, la sera del 5 dicembre, verso le 21, il capofinestra Gino Lorenzoni ed il minatore Armando Giannotti entrarono in galleria per disperdere il metano che si era accumulato. C’erano due aspiratori, che, però non avevano liberato del tutto la galleria dal metano. I due minatori, a 110 metri dall’imbocco, provarono a disperdere il metano bruciandolo. Ma la quantità di metano accumulatasi era talmente tanta da provocare la terribile esplosione, che ridusse in frantumi i corpi dei due operai. Il boato si sentì perfino in paese. Tutti in paese intuirono che era successo qualcosa di grave e moti si recarono di corsa in contrada Candela. Il primo ad accorrere fu l’ing Giulio Panini, che entrò in galleria per cercare di tirare fuori Giannotti e Lorenzoni. Ma fu vano il suo generoso tentativo perché, dopo aver percorso un centinaio di metri, fu avvolto dal gas e cadde a terra asfissiato. Non vedendo uscire dalla galleria l’ing. Panini, il geom Vito Colarossi si precipitò dentro la galleria per soccorrerlo. Ad aspettarlo fuori della galleria c’era suo fratello, Amabile Colarossi, che non esitò un istante ad entrare in galleria, quando capì che suo fratello non era ancora ritornato fuori della galleria perchè gli era accaduto qualche cosa di grave. Neanche Amabile Colarossi riuscì a portare fuori il corpo di suo fratello Vito perché anche lui stramazzò a terra asfissiato. Altri operai spinti da un moto di autentica solidarietà umana entrarono in galleria per cercare di soccorrere i loro compagni, ma il loro generoso tentativo fu vano. Anche loro morirono asfissiati dal gas. Quando si capì che altri tentativi non avrebbero avuto successo al pari dei primi, fu impedito di entrare ad altri minatori che volevano soccorrere i loro compagni morti per asfissia in galleria. E’ lungo l’elenco dei minatori che persero la vita nella terribile esplosione di 62 anni fa: Giulio Panini, i fratelli Vito ed Amabile Colarossi, Gino Lorenzoni, Armando Giannotti, Carmelo Verduci, Giovanni Tuccio, Giuseppe Stati, Benedetto Vergari, Francesco Capasso, Gildo Castelli, Antonio Muscarà e Luigi Pompeo. Uno solo era originario di Troina. Tutti gli altri provenivano dall’Abruzzo, Lazio, Calabria, Veneto ed Emilia Romagna ma Troina li pianse come se fossero suoi cittadini.

Silvano Privitera