Presentazione di “Leonforte in camicia nera e fazzoletto rosso”, capolavoro postumo di Enzo Barbera

Leonforte.
Non c’è leonfortese che non sappia dell’appuntamento previsto alle 18 di domani, presso l’Auditorium Verga, durante il quale si terrà la presentazione di “Leonforte in camicia nera e fazzoletto rosso”, la pubblicazione postuma del compianto Enzo Barbera, curata dall’amica di sempre Giovanna Maria. Un’opera senza precedenti, per il nobile obiettivo di far luce su un periodo storico apparentemente “buio”e su cui la ricerca sapiente e certosina dell’instancabile autore ha fatto luce. Nasce così, dall’amore per la verità, la ferrea volontà di raccogliere testimonianze, documenti, reperti attraverso un lavoro di ricerca durato oltre un decennio, nonostante la scarsità di documenti presenti in archivio storico comunale e le testimonianze dirette “offuscate” dal tempo. “Questo libro nasce dall’esigenza di togliere il velo d’ipocrisia e d’omertà che tuttora persiste sul ventennio fascista leonfortese – queste le parole introduttive dell’abile penna, a ribadire la passione che lo ha animato fino all’ultimo – infatti nelle varie pubblicazioni che trattano le vicende storiche di Leonforte non troviamo che brevissimi cenni su tale periodo, come se quegli anni non avessero mai visto l’alba o le persone di quel ventennio non fossero mai nate”. Ciò che emerge dalle pagine scritte da Enzo Barbera è un nitido spaccato di vita quotidiana, privo di faziosità o velleità politiche dallo sterile vocìo. Scorrere le parole di 220 pagine scritte con amorevole cura, ci ribalta verso una dimensione cinematografica, dove seduti assistiamo alla proiezione di un affascinante lungometraggio in bianco e nero. Vediamo scorrere un ventennio, quello fascista, che a Leonforte trascorse in maniera bonaria e paciosa secondo alcuni, oscurantista e tremenda secondo altri. Scopriamo le piccole “metamorfosi” cui andò incontro la nostra Leonforte: il funzionamento dell’acquedotto comunale, la realizzazione dell’edificio delle scuole elementari, del monumento ai Caduti, la costruzione di strade, fognature e il passaggio dall’illuminazione a petrolio a quella elettrica. Cogliamo tutte le sfumature, vere protagoniste del periodo: la quotidianità fatta di “umanità fra parenti e vicini, poca delinquenza, molta miseria e tanta dignitosa povertà”. Dettagliati i racconti sull’economia dell’epoca, sulle attività culturali e scolastiche, sui personaggi di spicco. Non mancano vivide narrazioni sulle serate danzanti dei Dopolavoro, i “Pupi di Don Miciu”, la banda musicale e ancora le feste in casa con tanto di orchestrina o le ragazze del Gruppo Canterino Leonfortese. E ancora veri e propri frammenti di “ilarità sportiva”, come la partita di calcio disputata nel campo sportivo comunale, che vide il Leonforte trionfare 4-0 contro la 6^ armata e per la cui rivincita si scomodò il generale Roatta che convocò giocatori professionisti militanti nell’Armata siciliana e che “salvarono” l’onore con un più che prevedibile 13-1.
Una ricostruzione storica tout court, mai dimentica di dettagli utili nella composizione di un grande mosaico cronologico, quello dei leonfortesi “visceralmente socialisti e prudentemente fascisti”. Una comunità “rossa” che ha saputo sopportare il “ventennio nero”, con picchi di eclatante antifascismo come quello di Salvatore Passarello, Nicola Potenza o come quello “non violento” di Angelo Pecora, il calzolaio che rifiutava la camicia nera. La sensazione che accompagna la lettura è vera e forte, quasi tangibile anche nelle parti la cui forma pare priva di una limatura finale. Giovanna Maria, che ne ha curato la pubblicazione, ha inteso lasciare così lo splendido lavoro, a palesare la profonda impronta lasciata da chi non ha avuto giusto il tempo della revisione finale. I toni sono quelli propri di uno storico, distaccati e pacati, perfettamente rispettati dalla curatrice che ha seguito il progetto “indossando i panni” di Enzo Barbera. Lasciare un simile lavoro nel dimenticatoio sarebbe stato un oltraggio alla coscienza storica collettiva, la stessa che Enzo Barbera voleva tributare con quest’opera. Per questo dinanzi al feretro dello storico e poeta, tra le lacrime di una comunità intera si è fatta strada la promessa di Maria, Luana, Giovanna e di tutti i testimoni – diretti e indiretti – di portare alla luce l’opera. Perciò tutti sanno di domani sera. Sanno che attraverso le parole di Giovanna Maria, le note di Giovanni Leonde, le rappresentazioni dell’associazione teatrale Il Canovaccio e le proiezioni multimediali di Giuseppe Scuderi e Sandro Rossino, sarà come ascoltare ancora la voce di Enzo che una volta scrisse:
“Poi
quando sarà l’ora
svanirà la mia persona
solo l’eco del mio canto
resterà, per chi lo vorrà ascoltare”

da Profumi adolescenti, Enzo Barbera 2007

Alessandra Maria