Antonio Minauro, ‘A Zengarella mia

Che bello il caffè preso insieme, polentun e terun, alla faccia di chi non sopporta l’integrazione spontanea!

Nella vita fin troppo regolare, quasi scialba,  del professore  di greco e latino, una donna entra e la sovverte radicalmente: amore, odio, matrimonio in frantumi e accuse di inaudita ignominia che gli  toglieranno la figlia adolescente. La solitudine, però, a cui sembra condannato per sempre viene rotta da una piccola zingarella, intelligente e perspicace come non mai che cambierà in meglio la vita del professore riscattando la propria, con un finale a sorpresa che stupirà anche il lettore più smaliziato.

Quanno j’ cinnere sarria e tu perza pe lu munno me chiamarria,
na palummella janca attuorno te vularria…
Quando io cenere sarò e tu dispersa per il mondo mi chiamerai,
vedrai volare intorno a te una farfallina bianca…
Quella sono io. Se continuerò a saltellare nei dintorni senza allontanarmi, significa che voglio dirti che hai incontrato davvero quella Fortuna Bianca che io continuerò a propiziare per te finché l’avrai catturata.

Antonio Minauro, avvocato, vive a Solopaca (Benevento) ove è nato.
Ha pubblicato: Malinconie (Badalamenti, 1957), Poesie alla tv (Alessandro Cutolo, 1959), Come un filo d’erba (Todariana, Milano 1985), Ai tempi del Mommo (Impronta, 2004), L’avvocato che vola (Albus, 2011).

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