Niscemi. Chiesa Valdese. netta presa di posizione contro il MUOS

“I piccoli e grandi problemi del tempo presente sono delle opportunità per riscoprire la necessità di costruire una collettività unita e coesa nella difesa del territorio” così inizia la lettera del dr. Gianluca Fiusco, dal Servizio Cristiano della Chiesa Valdese, al Comitato No MUOS.
Fiusco continua: “I siciliani, storicamente, hanno saputo dividersi e isolarsi, vivendo come isole in un’isola, con ciò contribuendo alla depauperazione quando non alla violenza del progresso senza freno che ha distrutto, impoverito, razziato il territorio.
Il progetto MUOS pone tutte e tutti noi nella decisione, anche questa strategica e fondamentale, di riappropriarci del più importante bene comune di noi siciliani: il diritto di cittadinanza in un territorio comune.
Il Servizio Cristiano Istituto Valdese di Riesi, opera benemenerita come la ha definita il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, parte della moderna storia siciliana da oltre cinquanta anni, non può certamente restare a guardare questo ennesimo atto di violenza nei confronti della terra che ci è stata consegnata perchè la abitassimo in pace e la proteggessimo da ogni tentativo di distruzione.
Siamo nati in un territorio difficile, in una terra aspra e dura come quella riesina, con l’esigenza di testimoniare, fin dalle forme e dai materiali, dall’architettura della struttura, la necessaria armoniosa convivenza tra creatura e creato, tra essere umano e realtà vivente che è la terra con la natura che la popola.
Perciò siamo a voi vicini nel comune impegno di rifiutare un’opera che, rivendicando il progresso, rischia di compromettere la vita dei cittadini, dei siciliani, oltre che servire per scopi anche bellici rispetto ai quali riteniamo di dover proseguire nell’impegno per la pace, la giustizia e la salvaguardia del creato.
Per i cristiani, infatti, “la terra appartiene al Signore” (Levitico 25, 23). Dirsi cristiani, di qualunque denominazione, significa riconoscere che gli esseri umani non hanno alcun diritto di proprietà esclusiva ed assoluta sulla natura, tanto da renderla parte delle strategie militari di controllo del pianeta.
E, in una prospettiva laica, nessun essere umano, nessuna nazione o potenza economica ha il diritto di disporre esclusivamente delle risorse naturali e ambientali, distruggerle, annientarle senza dover rendere conto ai cittadini ed alle cittadine che abitano quei luoghi.
L’impegno è quindi comune e deve essere comune a tutti e tutte coloro sperano ed operano perchè progresso non sia più sinonimo di distruzione ma di condivisione”.