Confartigianato su atto intimidatorio all’imprenditrice di Piazza Armerina

“Un vile gesto, figlio della crisi economica che sempre più incombe sulle pmi e che ha generato un atto di recrudescenza , di questo genere. Così il Segretario Regionale di Confartigianato Salvatore Puglisi commenta l’atto intimidatorio subito dall’imprenditrice di Piazza Armerina nonché dirigente provinciale e regionale di Confartigianato Maria Concetta Cammarata che mercoledì scorso ha scoperto che un suo mezzo di lavoro con il parabrezza bucato da due colpi di pistola. “Innanzitutto esprimo tutta la mia solidarietà sia a titolo personale che dell’intera organizzazione di Confartigianato sia a livello provinciale che regionale alla nostra dirigente Maria Concetta – afferma Puglisi – una coraggiosa imprenditrice che in un momento di forte crisi cerca con coraggio e tenacia di rimanere sul mercato. Ma anche una nostra validissima dirigente regionale visto che è presidente regionale di Donne Impresa di Confartigianato promuovendo da anni la crescita del segmento rosa nel settore dell’imprenditoria. Siamo convinti che le forze dell’ordine sapranno in breve tempo individuare chi ha commesso questo vile gesto nei confronti di chi giorno per giorno tra mille difficoltà cerca di fare impresa in modo sano. Ma come dirigente regionale di Confartigianato però – continua Puglisi – ho il dovere di “spronare” tutte le istituzioni preposte a “proteggere” chi cerca anche in un momento di grande crisi economica di fare impresa sana nel rispetto della legalità. Ormai la fame di lavoro e di commesse porta a commettere atti di ritorsione e vendetta come quello che ha subito la nostra dirigente. Ma il vero dramma invece sta nel chi fa concorrenza sleale. Se è vero che gli organismi preposti in materia di controllo devono fare attività di verifica, controllo per tutti e quindi scovando anche chi non rispetta le regole e di conseguenza sanzionando chi ad esempio non tiene in regola il proprio personale, il vero dramma sta invece nella presenza di una classe imprenditoriale “fantasma” ovvero quello senza partita Iva che rimane sconosciuto all’Erario ma che però rimane lo stesso sul mercato fatturando ingenti somme ma di fatto non dichiarando nulla e non pagando nessuna tassa fa concorrenza sleale a chi invece con grandi sacrifici continua a rimanere nella legalità. Noi esortiamo tutti ad informare la nostra organizzazione dell’eventuale esistenza di questi imprenditori scorretti e poi sarà competenza di Confartigianato denunciarli agli enti preposti”.
A tal proposito il presidente provinciale di Confartigianato Mario Cascio ricorda che “La nostra organizzazione si è dato un codice etico che viene rispettato da tutte le imprese con noi associate – spiega – che così se vogliono fare impresa devono mantenere un comportamento ben preciso. Ma ognuno però deve fare la propria parte. Se noi come Confartigianato facciamo la nostra per tenere dritta la barra della legalità, altri si devono comportate allo stesso modo – conclude – a partire dal sistema creditizio. In un momento in cui le aziende hanno una estrema necessità di liquidità l’accesso al credito per loro diventa sempre più difficile. In provincia di Enna è difficilissimo avere prestato soldi dagli istituti bancari che fanno sul territorio solamente raccolta. E quando prestano danaro non solo chiedono garanzie impossibili, ma lo stesso costo è superiore rispetto già alle altre province siciliane. Con queste condizioni cercare di risollevare il sistema impresa ennese se non impossibile diventa complicatissimo”.