Giornata di mobilitazione nazionale di Rete Imprese Italia

Enna. La giornata di mobilitazione nazionale di Rete Imprese Italia, l’associazione che riunisce Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti, anche ad Enna è stata un vero “Pmi Day” fra protesta e proposte lanciate dal grande mondo delle piccole e medie imprese, spina dorsale dell’economia reale, alle prese con una crisi durissima aggravata da tasse, stretta creditizia, crollo dei consumi, chiusura di aziende e negozi.
Lunedì 28 gennaio, in una sala gremita, il Presidente provinciale di Confcommercio Maurizio Prestifilippo, il Presidente provinciale di CNA Antonino Palma, il Presidente provinciale di Confesercenti Salvatore Manuella e il Presidente provinciale di Confartigianato Mario Cascio hanno analizzato la drammatica situazione delle imprese commerciali e artigiane nella provincia di Enna ed hanno fortemente chiesto il confronto con le istituzioni politiche regionali e comunali affinché si trovino soluzioni adeguate ad incentivare i consumi e fermare l’emorragia che sta devastando le piccole imprese. Al 31 dicembre 2012 infatti in provincia di Enna sono state 1025 le imprese che si sono arrese cessando l’attività e 926 quelle che hanno avuto il coraggio di intraprendere una nuova attività; un trend negativo di 99 imprese che sottolinea il momento di grave difficoltà dell’economia provinciale.

«Chi guiderà l’Italia nella prossima legislatura dovrà chiudere con la politica del rigore inflitta al Paese, che ha determinato un aggravamento della crisi, e dovrà imboccare la strada della crescita – hanno sottolineato congiuntamente i Presidenti di CNA, Confcommercio, Confesercenti e Confartigianato – Noi siamo qui oggi per dirlo tutti insieme e a gran voce: senza impresa non c’è futuro e non ci sarà salvezza per l’Italia».
«L’eccessiva tassazione, la mancanza di credito, una eccessiva burocrazia e la mancanza di una seria politica del Lavoro sono le cause principali del clima di scoraggiamento che sta travolgendo le nostre imprese – ha dichiarato il Presidente CNA Antonino Palma – Ciò che angoscia maggiormente è che non si riesce ad intravedere la ripresa. Ad aggravare la situazione ci si mette anche il Governo regionale che, se da un lato proclama pulizia e trasparenza, dall’altro continua a ritardare l’emanazione dei bandi, ritardo che corre seriamente il rischio di perdere i 6 miliardi di euro stanziati dalla Comunità Europea».
«Un colpo mortale alle nostre imprese viene dal sistema europeo della liberalizzazione selvaggia che incentiva l’apertura di grossi centri commerciali, producendo effetti nefasti nell’economia della nostra provincia, aggredita dalle grandi strutture – ha dichiarato il Presidente Confcommercio Maurizio Prestifilippo – Ogni volta che apre un centro commerciale chiudono tanti negozi, con la conseguenza che si perdono risorse preziose e posti di lavoro per il territorio.
Fanalino di coda per reddito pro-capite, la provincia di Enna, oltre alla crisi globale, deve fare i conti con una mancanza di attitudine al consumo da parte dei cittadini. Non a caso – conclude Prestifilippo – la provincia di Enna ha attirato il prolificarsi di banche con lo scopo di intercettare la radicata propensione al risparmio della popolazione ennese. È necessario che i nostri concittadini prendano coscienza del fatto che si devono prediligere i consumi nella propria città, indispensabile principio per tutelare e nutrire il tessuto sociale».
«Il livello record di pressione fiscale fiacca e indebolisce drasticamente le nostre imprese e il colpo di grazia è costituito dalla rigidità delle banche che rendono sempre più complicato l’accesso al credito. Per quanto riguarda la nostra provincia – ha sottolineato il Presidente Confartigianato Mario Cascio – essa rappresenta un’isola nell’isola, essendo un territorio con croniche difficoltà infrastrutturali ed economiche».
«La politica deve imparare ad ascoltarci e deve prodigarsi a creare i presupposti di crescita e di sviluppo – ha sostenuto il Presidente Confesercenti Salvatore Manuella – Non è concepibile che nel nostro territorio ci sia una situazione viaria da terzo mondo e che i centri storici, autentiche risorse di inestimabile valore, siano abbandonati nel degrado più deprimente. Occorre allora che si percorra congiuntamente la strada della crescita attraverso una seria concertazione e pensando esclusivamente allo sviluppo del territorio».
I presidenti provinciali delle associazioni di categoria hanno concluso la manifestazione sostenendo in coro che «Regione, Provincia e comuni dovranno ascoltare la nostra rabbia e le nostre perentorie richieste di aiuto perché il nostro livello di sopportazione ha ampiamente superato i limiti».