Sp 4: Consigliere prov. La Malfa chiede chiarezza tra lo studio di progettazione e il Rup

Enna SP $

Enna SP $

Piazza Armerina. Una odissea senza fine quella per il ripristino della transitabilità della Strada provinciale n°4 chiusa al traffico da oltre 7 anni, per un tratto di circa 200 metri, a causa di una frana. Da una nuova interrogazione del consigliere provinciale La Malfa, presentata lo scorso venerdì, emergono nuove difficoltà all’avvio dei lavori per la prossima primavera.
La strada rappresenta una arteria viaria di fondamentale importanza per tre Comuni della zona sud della provincia: Piazza Armerina; Aidone; Valguarnera. La Sp 4 consente le comunicazione fra i tre centri ed inoltre li collega all’autostrada Palermo-Catania. La chiusura per pochi metri determina ormai da troppi anni di dover percorrere una strada di campagna con notevole allungamento di tempi e pericoli dati dalla carenza di sicurezza di questa seconda via, non adatta a sostenere il transito quotidiano degli autobus di turisti e studenti che spesso incrociano i mezzi pesanti.
L’assessore provinciale Antonio Alvano aveva rassicurato sul fatto che la conferenza dei servizi e la gara d’appalto si sarebbero svolte entro gennaio. In quella occasione il consigliere provinciale piazzese Massimiliano La Malfa aveva auspicato il superamento delle annose problematiche.
La Malfa oggi dice: “Non avevo avuto nessun dubbio sulla valenza dell’impegno ufficialmente assunto dal vicepresidente Alvano. Tuttavia lo scorso 18 gennaio lo studio Cimino che si è occupato della progettazione ha inviato al Responsabile Unico del Procedimento una nota in cui denuncia e rileva letteralmente che risulta ancora una volta ed in modo del tutto inaccettabile ed inspiegabile, proceduralmente e deontologicamente, la esclusiva e personale volontà del Rup ad ostacolare l’iter della progettazione facendo emergere delle discrasie inesistenti. Sono rimasto esterrefatto nel leggere ciò, è inaccettabile che la progettazione lanci queste accuse affermando che il Rup ha intrapreso una serie di iniziative per ostacolare e rallentare l’iter approvativo, senza che nessuno intervenga. Mi chiedo se il Rup nel seguire l’iter procedimentale, abbia come obiettivo l’interesse pubblico, o se viceversa abbia altre finalità, così come è opportuno chiedersi se la progettazione risponda in modo esauriente alle sollecitazioni del Rup. Chiedo, inoltre, di accertare le responsabilità del ritardo: se imputabile al Rup il dirigente dovrebbe assumere l’istruttoria e adottare i provvedimenti finali. Nel caso in cui, invece, la responsabilità è della progettazione ritengo che l’ente dovrebbe procedere alla risoluzione contrattuale per inadempimento e alla contestuale richiesta di risarcimento. Ad ogni modo occorre fare chiarezza, dire la verità sulla vicenda, lo dobbiamo alle comunità interessate, il rimbalzo di responsabilità non è più accettabile”.
Marta Furnari