Perchè accorpare il Tribunale di Nicosia ad Enna se non sarà più un tribunale provinciale?

Nicosia. “E’ forse l’ultimo tentativo di salvare il tribunale”, così spiega l’avvocato Giuseppe Agozzino, da sempre impegnato negli studi per dimostrare la necessità di mantenere il tribunale, la sua decisione di scrivere a Giancarlo Cancelleri, deputato all’Ars del M5S, di intervenire con urgenza per impedire la soppressione del tribunale di Nicosia e degli altri tribunali siciliani compresi nel provvedimento. Il motivo della richiesta è la recente legge di soppressione delle province siciliane, approvata dall’Ars che, secondo Agozzino, impedirebbe di sopprimere i tribunali siciliani. Una lunga riflessione tecnica secondo la quale la soppressione delle province siciliane fa cadere uno dei pilastri della legge con la quale si era stabilito che in ogni caso, ossia anche in caso di soppressione della relativa provincia, comunque il tribunale con sede nel capoluogo provinciale va conservato.
«Detto in modo semplice e chiaro – spiega Agozzino – se viene abolita la provincia di Enna, non vi è motivo di accorpare il tribunale di Nicosia a quello di Enna che non sarà più tribunale provinciale. Potrebbe benissimo accadere che Nicosia faccia parte di un consorzio di comuni, previsto dalla nuova legge al posto delle province in attuazione dello Statuto regionale, dei quali non fa parte Enna. Sarebbe una beffa oltre che un danno». Agozzino prosegue spiegando che la legge approvata dall’Ars il 4 giorni fa fissa il termine massimo del 31 dicembre 2013 per l’approvazione della legge regionale in attuazione dell’articolo 15 dello Statuto speciale della Regione siciliana, per l’istituzione dei liberi Consorzi comunali per l’esercizio delle funzioni di governo di area vasta, in sostituzione delle Province regionali.
«La norma, così come scritta, si pone finalmente, mi sia concesso, in totale contrasto con il decreto di riorganizzazione e soppressione dei tribunali – scrive Agozzino al deputato del M5S – al punto da rendere inapplicabile in Sicilia tale decreto secondo il quale il Governo è delegato ad adottare, entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per riorganizzare la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari al fine di realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza. Il solo fatto che alla data del 30 giugno 2011 preso un capoluogo di provincia vi sia un tribunale, tale tribunale accorpa quello soppresso, anche se poi la provincia sede del tribunale è abolita o soppressa, come nel caso delle province siciliane. Se la legge 148/2011 voleva salvare i tribunali provinciali dalla soppressione delle relative province, tale principio è oggi inapplicabile nella Regione Sicilia, per la semplice considerazione che i consorzi di comuni di cui all’art. 15 dello Statuto, sono enti la cui istituzione è dotata di copertura costituzionale e prevalgono anche sugli enti – come le province regionali – ai quali la legge (148/2011), qualsiasi legge, intenda conservare una competenza territoriale – residuata dalla soppressione della provincia medesima – ma per altri fini, come la competenza del tribunale sede della provincia soppressa».
«Dato che la Regione Sicilia ha soppresso le province – prosegue Agozzino – il tribunale avente sede nella provincia soppressa non ha più alcun grado privilegiato di conservazione come tribunale accorpante. Il Tribunale di Enna non sarà più un tribunale provinciale. La regge di riordino dei tribunali ha previsto che l’attuazione del decreto nelle Regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano avviene nel rispetto dei loro statuti e considerato che la Sicilia ha abolito le province e intende costituire i consorzi dei comuni, ne consegue che la soppressione dei tribunali siciliani e il loro accorpamento ad altri tribunali, come per esempio Nicosia ad Enna, è inattuabile in quanto la riforma andrebbe a violare le prerogative dello Statuto siciliano che non riconosce più alcuna valenza ordinamentale alla Provincia».
La nota si conclude con la richiesta al parlamentare Cancelleri di fare adottare un provvedimento regionale che, in ogni forma prevista dall’ordinamento, sospenda la legge di riordini anche “medio tempore” nella Regione Sicilia, e di chiedere a livello nazionale al M5S di presentare un apposito disegno di legge di abolizione o inapplicabilità del decreto per la Regione Sicilia. Fatte salve tutte le altre ragioni di conservazione dei tribunali. L’intervento è chiesto in via urgente considerato che tra meno di 6 mesi il tribunale in mancanza di provvedimenti, verrà chiuso.