Leonforte. Trasparenza, entusiasmo, ascolto: le tre punte di diamante della politica di Francesco Romano

Leonforte. Entrando nella sede, al corso Umberto, il primo dettaglio che carpisce l’attenzione è la presenza di donne, amiche e bambini. Ѐ con immagini simili che ci si rende conto quanto, dopotutto, la visione di una classe politica totalmente autoreferenziale sia vuota e quanto male incarni l’astratto concetto di politica in sé. Attraverso i sorrisi, la familiarità con cui “Per Leonforte, comune virtuoso” condivide gli obiettivi, riemergono quegli aspetti positivi che ci ricordano quanto piuttosto la politica sia “cosa di tutti”, esprimendosi nel suo più alto potenziale nel “fare rete”. Strano a dirsi, soprattutto visti i tempi caratterizzati da un’accanita acredine, più che da un sano dibattito tra le parti politiche, e soprattutto considerata la giovane età del comitato. Nato a fine gennaio, dalla ferrea volontà di persone che non hanno mai fatto politica attiva, né si sono mai prestate ai giochi di vecchi volponi. “Non siamo un nuovo partito, ma un movimento che serve a tenere insieme persone che hanno affinità e che insieme mettono in campo un nuovo modo di fare politica”, questo l’incipit del loro “statuto”, a ribadire fermamente che il vento sta cambiando ed è giunta l’ora di spendersi, al di là di logiche politiche il cui unico risultato è stato uno strappo tra comunità e amministrazioni. “Un movimento che resta nel centrosinistra, pur differenziandosi”. Certo, l’anima ideologica è quella e tanto basta per collocarli; ma si badi bene: occorre andare oltre ogni apparenza, corrono con le proprie gambe verso le primarie, per trasmettere a tutti il messaggio che la politica non è una sterile frammentazione, è unitaria. “Ad oggi contiamo più di una trentina di persone – racconta entusiasta Pinella Crimì – molte sono famiglie, oltre ai tantissimi giovani che hanno voglia di impegnarsi”, senza proteste qualunquiste (basta già la forza destruens di Grillo & co.) e senza elementi disgregatori, nonostante il loro sia il punto di convergenza di anime diverse. Una forma di democrazia partecipata (e non degenere) che corre con i canali istituzionali.  Antonella D’Agostino, che ad oggi ha coordinato con successo il gruppo, insieme a Pinella Crimì ci raccontano uno spaccato nuovo, quello di un gruppo numeroso che ha voglia di ricucire quello strappo; vuole risposte e vuole dare proposte. Un gruppo che sostiene la candidatura del giovane avvocato Francesco Romano per le prossime primarie. In una fase che si appresta alla transizione, la prima domanda verte spontaneamente su una valutazione complessiva dell’operato dell’attuale entourage: “c’è stata una mancata risposta di tutta la classe dirigente – spiega Romano –, un maggiore coinvolgimento dei cittadini sarebbe stato auspicabile”. Qui, entriamo nel vivo dei punti cardine che rendono il programma di Francesco Romano davvero interessante: i comitati, quel “fare rete” di cui accennavamo. Come piccole agorà, i comitati rappresentano il punto di contatto tra una buona amministrazione politica e la collettività. Che siano di quartiere o di categoria professionale, o che siano aggregatori spontanei poco importa. Di fatto i comitati sono un motore propulsore, il veicolo migliore di proposte concrete. Va da sé quella condanna all’autoreferenzialità cui abbiamo accennato: “la pochezza dei partiti finora è stata la chiusura in sé, all’indomani del voto”. Francesco Romano è un professionista che decide in fase di maturità di spendersi in politica, non con il vezzo tipico di bocconiani tecnici o burocrati, ma con la motivazione e l’entusiasmo di voler cambiare le cose partendo dal basso, o meglio: partendo proprio dall’ascolto di quelle voci volutamente estromesse dal coro finora. “Se prima certe dinamiche mi portavano a tenermi a distanza, ora il vento di cambiamento che si respira mi fa capire che è giunto il momento di mettere le mie competenze a disposizione della collettività”. Sembra utopico? In realtà le idee sono chiare, così come la strada per concretizzarle: dinamiche nuove, da introdurre anche in Consiglio comunale, che sia caratterizzato da forte spirito critico, in un percorso da costruire giorno per giorno e incentrato unicamente sulle esigenze della collettività. “Per questo è cruciale il coinvolgimento dei più giovani, vera e propria fucina di idee innovative”. Chiediamo all’aspirante Primo Cittadino di individuare gli altri punti cardine. La risposta è ferma e immediata: “trasparenza e chiarezza della macchina amministrativa”, attraverso un sito internet migliorato e una comunicazione costante con la collettività (e del resto, la politica amministrativa non dovrebbe essere un “palazzo di vetro”?); curricula on line e dichiarazione di eventuali conflitti d’interesse (il comitato pubblica già questi documenti per i candidati, in modo che i cittadini abbiano le idee chiare sul voto). E sempre a proposito di web, Romano continua: “Credo molto nelle potenzialità della rete: oltre al sito istituzionale, anche i social hanno un’importanza cruciale. Vorrei anche organizzare un appuntamento quindicinale o mensile, in cui avvalendoci dei vantaggi tecnologici, la classe politica possa raggiungere la collettività – penso anche a quei leonfortesi che pur non fisicamente presenti hanno voglia di contribuire con idee e progetti – per cooperare”. Sinergia e ascolto dunque, che sia vis a vis –  attraverso i comitati – o virtuale, in un continuo recepire input e fornire risposte (e perché no, rendere conto del proprio operato). E l’austerity? Qui il realismo di Francesco Romano si fa vivido e ben si intuisce come le sue proposte siano tutte mirate all’efficienza, senza rinunciare al contenimento dei costi: “Tra i progetti c’è anche quello di eliminare il gettone delle presenze dei consiglieri”, scelta più che saggia se si considera che quel gettone, visti i tempi, brucia più di uno schiaffo in pieno viso di non pochi cittadini. “Poi c’è il decoro del Paese, che se si vuole non è oneroso. Occorre riappropriarsi di piazze e monumenti, avendone cura”, perché anche questo è un incentivo economico, oltre che un biglietto da visita. Strettamente connessa, la scottante vicenda Ato Rifiuti: “Intendiamo cercare di chiarire il rapporto con l’Ato, per far partire seriamente la raccolta differenziata”. Nell’ottica di una valorizzazione delle risorse rientrano anche gli Lsu, considerati “una risorsa in più” che ben può essere funzionalizzata in progetti nuovi, “che siano reali e fattibili”; naturalmente, in questa prospettiva rientra anche il Ferro Branciforti Capra, l’ospedale che ad oggi vive di sorte incerta: “Chiederemo risposte concrete sia al Commissario che al Direttore Sanitario della struttura”. Insomma: determinazione, idee chiare ed onestà intellettuale paiono già gli elementi vincenti, se a questi aggiungiamo entusiasmo e fermezza viene naturale credere in quel cambiamento promosso dal Comitato. Che sia la volta buona per una degna rinascita?

Alessandra Maria