Diocesi Nicosia: “Il mondo sanitario rischia di mutare la propria scala di valori”

L’Ufficio Pastorale della Salute opera in collaborazione con gli altri uffici e organismi della Curia diocesana e le altre realtà ecclesiali, al fine di promuovere, coordinare e accompagnare la riflessione di fede, la formazione e le iniziative che le comunità cristiane, le aggregazioni ecclesiali, le istituzioni sanitarie cattoliche e le cappellanie ospedaliere attuano in risposta al mandato missionario del Signore Gesù a “prendersi cura dei malati e dei sofferenti” (Mt 10, 7). Anche “i sani” che operano nel mondo delle strutture sanitarie sono oggetto di attenzione pastorale poiché, orientando alla ricerca di una salute intesa in modo integrale per la difesa della vita, diventano anch’essi evangelizzatori del Regno di Dio e, quindi segni e strumenti del “farsi vicini” verso coloro che soffrono nel corpo e…nello spirito.
L’Ufficio pastorale della salute, dedica una particolare attenzione e cura al vasto mondo degli ammalati e infermi affinché siano aiutati a divenire “protagonisti attivi” e corresponsabili della vita e missione ecclesiale sia per gli operatori della salute, sia per tutti coloro che si prendono cura degli infermi perché siano sostenuti dalla luce e dalla grazia del Signore.
La commissione pastorale diocesana della salute è composta dai rappresentanti di ministeri, associazioni, gruppi e istituzioni di ispirazione cristiana operanti in detto specifico settore. I periodici incontri mensili della commissione ,permettono di favorire scambi di esperienze e di idee e dopo una attenta lettura territoriale ha richiamato l’attenzione, evidenziandole, sulle innumerevoli lacune del sistema socio sanitario con le quali, quotidianamente, l’utenza deve fare i conti. E’ ormai all’evidenza di tutti che la gestione dell’universo socio sanitario regionale stia stravolgendo la propria scala di valori, ingabbiandosi nelle strategie manageriali e nella ricerca di freddi standard produttivi, invece di perseguire l’obbiettivo del soddisfacimento delle necessità primarie – e costituzionali – del cittadino. Purtroppo siamo di fronte ad una perversa e distorta concezione di efficiente amministrazione finanziaria che induce modelli inconciliabili con le finalità di carità e solidarietà del settore sanitario. Si presta più attenzione alla malattia che al malato finendo con il privare quest’ultimo della vita stessa”. Non si può non rimarcare qui che se l’aspetto caritativo può facilmente essere ricondotto alla sfera “spirituale” che è peculiare dell’etica cristiana ( senza per questo dimenticare che i cristiani sono la grande maggioranza della popolazione e degli amministratori pubblici, e che anche altre fedi religiose pongono in primo piano la carità), la solidarietà costituisce il presupposto costituzionale ed il fondamento del patto sociale che lega gli uomini di questa Nazione e di questa Regione, ed a cui gli Amministratori hanno giurato fedeltà.
L’Ufficio Pastorale della Salute opera in collaborazione con gli altri uffici e organismi della Curia diocesana e le altre realtà ecclesiali, al fine di promuovere, coordinare e accompagnare la riflessione di fede, la formazione e le iniziative che le comunità cristiane, le aggregazioni ecclesiali, le istituzioni sanitarie cattoliche e le cappellanie ospedaliere attuano in risposta al mandato missionario del Signore Gesù a “prendersi cura dei malati e dei sofferenti” (Mt 10, 7). Anche “i sani” che operano nel mondo delle strutture sanitarie sono oggetto di attenzione pastorale poiché, orientando alla ricerca di una salute intesa in modo integrale per la difesa della vita, diventano anch’essi evangelizzatori del Regno di Dio e, quindi segni e strumenti del “farsi vicini” verso coloro che soffrono nel corpo e…nello spirito.
L’Ufficio pastorale della salute, dedica una particolare attenzione e cura al vasto mondo degli ammalati e infermi affinché siano aiutati a divenire “protagonisti attivi” e corresponsabili della vita e missione ecclesiale sia per gli operatori della salute, sia per tutti coloro che si prendono cura degli infermi perché siano sostenuti dalla luce e dalla grazia del Signore.
La commissione pastorale diocesana della salute è composta dai rappresentanti di ministeri, associazioni, gruppi e istituzioni di ispirazione cristiana operanti in detto specifico settore. I periodici incontri mensili della commissione ,permettono di favorire scambi di esperienze e di idee e dopo una attenta lettura territoriale ha richiamato l’attenzione, evidenziandole, sulle innumerevoli lacune del sistema socio sanitario con le quali, quotidianamente, l’utenza deve fare i conti. E’ ormai all’evidenza di tutti che la gestione dell’universo socio sanitario regionale stia stravolgendo la propria scala di valori, ingabbiandosi nelle strategie manageriali e nella ricerca di freddi standard produttivi, invece di perseguire l’obbiettivo del soddisfacimento delle necessità primarie – e costituzionali – del cittadino. Purtroppo siamo di fronte ad una perversa e distorta concezione di efficiente amministrazione finanziaria che induce modelli inconciliabili con le finalità di carità e solidarietà del settore sanitario. Si presta più attenzione alla malattia che al malato finendo con il privare quest’ultimo della vita stessa”. Non si può non rimarcare qui che se l’aspetto caritativo può facilmente essere ricondotto alla sfera “spirituale” che è peculiare dell’etica cristiana ( senza per questo dimenticare che i cristiani sono la grande maggioranza della popolazione e degli amministratori pubblici, e che anche altre fedi religiose pongono in primo piano la carità), la solidarietà costituisce il presupposto costituzionale ed il fondamento del patto sociale che lega gli uomini di questa Nazione e di questa Regione, ed a cui gli Amministratori hanno giurato fedeltà.
La XXI giornata del malato celebrata l’11 Febbraio ha proposto alla nostra riflessione la parabola del Buon Samaritano, che ha costituito un’attualissima fotografia del nostro modo di essere cristiani e contemporaneamente cittadini, al punto che parrebbe inventata oggi a fronte dei bisogni gravissimi, di esigenze primarie non soddisfate come la salute ed il lavoro; la risposta della società è spesso come quella dell Levita e del Sacerdote di fronte a colui che era stato ridotto in fin di vita dai ladroni: prima della carità e della solidarietà vengono altri valori, l’esigenza di soddisfare altri obbiettivi, l’egoismo. Però vengono poi i momenti della prova. Viene per tutti la Quaresima, viene l’occasione in cui il gallo canta tre volte come per Pietro, viene il tempo in cui occorre testimoniare, e ci accorgiamo di aver tradito in primo luogo noi stessi e le cose in cui credevamo di essere più sicuri e convinti scopriamo allora che la politica spesso non persegue il bene della società, che la Sanità non soddisfa le esigenze dei malati, che l’ Assistenza non è vicina a poveri e deboli. Quanta drammatica verità nelle prime parole e nel nome di Papa Francesco, che richiamano ai fratelli più poveri, ai quali il nostro mondo è abitualmente sordo, perché li considera non produttivi.
Il Buon Samaritano ci riconduce sulla strada giusta: con la sua umile ma coraggiosa azione ci indica che nessuno è troppo piccolo per poter far il bene, nessuno è così lontano da noi da non essere nostro prossimo ma anche che nessuno è chiamato a compiti così alti da poter dimenticare di essere un uomo come gli altri e da poterne dimenticare le esigenze primarie. Ci dice anche, il Samaritano, che non occorre essere eroi per cambiare il mondo e la politica che lo governa: basta che ognuno di noi faccia il suo pezzetto.
La commissione pastorale diocesana ha esplicitato l’urgenza e l’indifferibilità di migliorare le strutture e di adeguare le prestazioni sanitarie. Inoltre ha toccato il tasto dolente del futuro dei piccoli ospedali che potrebbero rischiare la chiusura. La commissione pertanto ,propone una “rifunzionalizzazione” delle strutture ospedaliere. Occorre un piano programmatico che riesca a superare i punti carenti. Proprio per questo è necessario risolvere gli aspetti critici delle strutture ospedaliere, prevedendo anche l’acquisto di macchinari, laddove ve ne sia la necessità. Non si tratta di campanilistica difesa di privilegi “acquisiti”, bensì della seria, cristiana presa d’atto del fatto che la necessità di pareggiare un bilancio regionale non può passare sulla pelle di cittadini costretti a percorsi lunghi e difficoltosi per fruire di servizi essenziali. Razionalizzare non significa chiudere i presidi, ma lavorare su organizzazione del lavoro, sulle risorse umane, sui costi di taluni privilegi, sull’efficacia della gestione degli appalti, sulla qualità del lavoro, sul coinvolgimento degli addetti. Significa anche ricordare che il ruolo sociale e sanitario degli enti locali non può essere ricondotta ad una mera ricerca di pareggio di bilancio: tutti sanno che accudire un nostro simile costituisce un costo, ma risponde ad una esigenza sociale prima ancora che costituzionale, che una società civile non può ignorare: lo fanno anche i branchi dei lupi. Un cittadino onesto ed ancor più un cristiano non possono non tener conto di ciò. Possiamo ignorare il messaggio di Cristo, che non ci ha certo prescritto di ignorare il viandante ferito per curare i nostri affari e la nostra finanza, e che non ci dirà “hai ben operato perché hai perseguito il pareggio di bilancio privando delle cure e dell’ assistenza il tuo fratello più debole”? E’ opportuno avere il coraggio di essere di Cristo nel pensare e nell’ agire quotidiano e nella scelta politica, che non significa scelta di partito, ma onestà intellettuale nel perseguire il bene comune quando si opera in nome eper conto degli altri. L’azione politica non può mettere in secondo piano il “nostro prossimo”, ed i cristiani ben sanno chi esso sia.
Il nuovo Pontefice a questo proposito é di una chiarezza quasi sconcertante: le spese si possono ridurre –è doveroso- e lo dimostra anche negli atti, negli atteggiamenti, nello stesso abbigliamento; parimenti negli indirizzi e nella semplicità del messaggio evangelico: la carità, l’attenzione per i poveri, ed il coraggio della speranza, che ci fa dire “continuare ad insistere, perché si può cambiare”.
Per essere pragmatici, non è più tempo di sterili difese campanilistiche, occorre avere la capacità di puntare sulle specificità per garantire la presenza –irrinunciabile- dei presidi ospedalieri. La riconversione è una strada da percorrere per tutelare il diritto costituzionale alla salute e all’occupazione».
Nello scambiarci gli auguri per un Pasqua serena, è importante condividere l’invito del nuovo Papa Francesco a non perdere la speranza e a provare ad essere tutti un po’ più custodi e responsabili di ciò che abbiamo intorno noi e nella nostra vita. Proviamoci per guardare al domani con un po’ meno pessimismo e con la comprensione dell’importanza del ruolo di ciascuno di noi8 per superare questa crisi economica e sociale così profonda.

Diocesi Nicosia – Commissione della pastorale della salute
Don Salvatore Minuto