Enna. Pretendeva delle prestazioni sessuali morbose, si aspetta la sentenza

Enna. Dovrebbe uscire oggi la sentenza contro l’operaio che maltrattava la sua donna e pretendeva delle prestazioni sessuali morbose. Un processo molto breve, che si trascina da sei mesi circa, pochi testimoni per una vicenda che si era svolta tutto nel privato ed a saperlo era solo i parenti della donna. L’operaio avrebbe costretto la sua ex compagna a sottostare alle sue depravazioni, avere rapporti con le sue ascelle ed altre morbosità sessuali, o con le sue gambe piegate. Oggi ci sarà la requisitoria del pm Francesco Rio. Nella scorsa udienza è stato interrogato l’imputato ed ha dichiarato che lei si rifiutava di avere rapporti sessuali, ma non ha mai cercato di costringerla. Le accuse nei suoi confronti sono di maltrattamenti, minacce, tentata violenza sessuale e porto abusivo di un taglierino. Il processo viene celebrato nell’aula penale del tribunale di Enna con la collegiale presieduta da Elisabetta Mazza. L’ex compagna si è costituita parte civile e viene assistita dall’avvocato Paolo Giuseppe Piazza. Lei ha 16 anni meno di lui e c’è stato un episodio in cui l’uomo l’avrebbe minacciata con un taglierino in presenza persone. L’episodio è stato confermato ma senza minacce, solo rimproveri ed il taglierino lo aveva in mano solo perché si stava pulendo le unghia. La donna,interrogata, ha confermato tutte le accuse, compresa l’episodio che, tramite violenze e minacce, avrebbe tentato di costringere la donna a compiere atti sessuali morbosi, “sotto le ascelle o nell’angolo che si forma quando le gambe vengono aperte”. Non sarebbe riuscito a compiere queste depravazioni per la ferma opposizione della donna, e lui l’avrebbe apostrofato insultandola pesantemente. Inoltre, ha raccontato che è stata sottoposta a continui maltrattamenti fisici e psicologici, tali da rendere intollerabile la sua convivenza con lui, perché sempre minacciata perché non voleva fare sesso con lui.