Piazza Armerina. Mancata realizzazione lavori di urbanizzazione del cimitero comunale di contrada Bellia

Piazza Armerina. Presso la nuova area del cimitero comunale “Bellia”, quella che rappresenta l’ampliamento del primo impianto cimiteriale della medesima sede, permane la situazione di disagio per i cittadini determinata dalla mancata realizzazione dei lavori di urbanizzazione del cimitero comunale di contrada Bellia. Nel 2006 il Comune di Piazza Armerina pubblicò un bando che conseguentemente permise di assegnare i lotti ai cittadini richiedenti, per la realizzazione di circa 150 cappelle e 170 monumenti, furono successivamente stipulati circa 180 atti di concessione cimiteriale, ma dal 2006 ad oggi le opere di urbanizzazione correlate alla realizzazione dei nuovi manufatti funebri, molti dei quali nel frattempo sono stati già definitivamente costruiti e dove sono già stati sepolti i defunti da parte delle famiglie concessionarie, non sono state realizzate.
Per poter ottenere la concessione, infatti, occorre che i cittadini oltre a versare la quota necessaria per la concessione del suolo versino anche la quota di denaro relativa agli oneri di urbanizzazione utile per la realizzazione dei viali, della rete fognaria, idrica e di illuminazione. I piazzesi hanno versato le somme suindicate che corrisponderebbero ad una cifra pari a mezzo milione di euro circa ma ancora oggi le opere di urbanizzazione sono in alto mare. Insomma i cittadini che vanno a trovare i loro cari nella nuova area di ampliamento del cimitero “Bellia” per raggiungere tombe e cappelle devono affrontare una vera e propria gimkana, destreggiandosi tra il fango e le pozzanghere nel periodo invernale, i polveroni causati dalla sabbia in estate, i detriti, i materiali di riporto e le erbacce. L’assessore alle aree cimiteriali Ribilotta più volte interessato sull’argomento ha sempre giustificato la mancata realizzazione delle opere di urbanizzazione con i limiti di spesa imposti alle casse comunali dal Patto di Stabilità che non consentirebbero di spendere i soldi già versati dai cittadini concessionari.
Marta Furnari