Volontari di Legambiente Agira a Favignana per pulire le spiagge dal catrame

Sono tre le tonnellate di catrame rimosse a “Cala Tramontana”, a nord ovest dell’isola di Levanzo, dai volontari di Legambiente Protezione civile. Dopo qualche mese di pausa per le avverse condizioni meteo-marine i volontari specializzati nella rimozione di idrocarburi sono ritornati a Levanzo e con un’ incessante e minuziosa attività di bonifica, durata otto giorni, hanno ripulito i 70 mq di costa – in zona B di Riserva – che erano stati imbrattati, lo scorso gennaio, da un’ingente quantità di catrame, così come oltre un chilometro di litorale a nord ovest dell’isola di Favignana. La prima fase delle attività di bonifica dove erano presenti i volontari di Legambiente Agira guidati dal vice Presidente Giovanni Spalletta, Gaetano Torregrossa, Antonino Mugavero e Filippo Bottitta, che aveva, infatti, interessato, prima dell’interruzione per il maltempo, la costa favignanese da cui sono state rimosse due tonnellate di catrame.“Purtroppo – ha detto il direttore dell’Area marina protetta Stefano Donati – lo spiaggiamento di catrame è un problema che nelle Egadi è di routine ma il dato positivo è che si è intervenuti in maniera tempestiva”. Con guanti, tute, maschere, rastrelli, palette, punteruoli, spazzole e secchi, i volontari – in sinergia con il Comune di Favignana e l’Area Marina protetta e coadiuvati dai volontari dell’Associazione Nazionale “Vigili del Fuoco in congedo” e dagli abitanti dell’isola- hanno ripulito con tecniche ecologiche Cala Tramontana rimuovendo a mano il catrame depositato sia a zolle che tra le insenature. Mentre nella seconda fase, hanno partecipato da parte dell’associazione agirina il Presidente Mario Mazzocca accompagnato dai volontari Giuseppe Troina e Concetta Sanniti. “Abbiamo operato -–ha detto la coordinatrice nazionale di Legambiente Protezione civile Francesca Ottaviani – senza l’uso di solventi per non inquinare ulteriormente la zona e preservare l’ecosistema evitando che il prodotto tossico rimanesse disperso nell’ambiente anche se è stato impossibile far si che gli scogli tornassero completamente bianchi”.