Elisuperfice. Odissea sanitaria a Leonforte

Leonforte. Restano ancora sospesi i lavori di costruzione dell’elisuperfice di Leonforte a causa  di una diatriba fra il tecnico del comune di Leonforte, il perito agrario D’Angelo R.U.P e le aziende appaltatrici dell’opera: Castrubbo di Messina e Debole di Leonforte. La questione fra i contendenti è arrivata a questo punto: l’azienda Castrubbo ha ingiunto al comune di Leonforte l’assolvimento dei lavori condotti in opera e l’ammenda per i danni da inadempimento, accusando il tecnico D’Angelo di aver ignorato la molteplicità e la complessità dei lavori riguardanti un’opera grandiosa, come l’elisuperfice è o avrebbe dovuto essere. I soldi stanziati per l’opera risultavano insufficienti già a qualche mese dall’inizio dei lavori. Il dramma oggi è che l’ospedale Ferro/Branciforti/Capra è carente di reparti, personale, materiale, posteggio per degenti e ospiti e elisuperfice.

Per meglio chiarire la vicenda sono state poste,  all’appaltatore Debole,  le domande di seguito riportate.

Qual è l’accusa principale che vi viene rivolta?

L’accusa principale è l’arbitraria sospensione dei lavori e l’aumento ingiustificato della contabilità per la realizzazione della piastra di atterraggio non più in alluminio, ma in calcestruzzo.

Quali responsabilità ha la sua impresa nella vicenda dell’elisuperfice?

La mia impresa ha iniziato i lavori in data 3-9-2012 secondo le indicazioni del progetto del D’Angelo, R.U.P del comune di Leonforte. Quasi immediatamente però abbiamo dovuto sospendere i lavori perché il progetto era mancante di: indagini geologiche, oneri di accesso in discarica per il materiale di risulta,  impianto elettrico, sufficiente recinzione per l’area perimetrale prevista, ferro per i muri di sostegno, calcestruzzo per il magrone di fondazione, luci sufficienti per l’illuminazione e casotto contenente il gruppo elettrogeno. Ciò detto, è evidente la mancanza di responsabilità della mia impresa che si è dovuta fermare per un ingiustificabile errore progettuale.

Si è parlato impropriamente di una variante in corso d’opera che avrebbe inciso sull’arresto dei lavori, di che cosa si tratta?

Il progetto originario prevedeva un pavimento in autobloccanti per tutta l’area del parcheggio, una grata in ghisa e un desoliatore per la raccolta degli oli degli elicotteri. I secondi due sono stati eliminati per il recupero di fondi  necessari all’acquisto dell’asfalto, sostitutivo degli  autobloccanti. La somma risparmiata non si è comunque rivelata sufficiente per una variante subentrata durante il procedimento dei lavori.

Il R.U.P ossia il responsabile del procedimento unico dei lavori, vi ha accusato di non aver ottemperato all’adempimento del contratto progettuale iniziale. E’ vero?

No, perché il verbale di sospensione al quale noi abbiamo dovuto rimetterci è a firma della D.L ossia della direzione dei lavori.

Il R.U.P è una figura professionale designata dal sindaco, che deve avere indubbie conoscenze tecniche e buone capacità di mediazione. E’, secondo lei, mancata una di queste  caratteristiche al R.U.P D’Angelo?

La mia impresa si è attenuta, così come prevede la norma, a un progetto che fin da subito si è rivelato inadeguato e che per ciò ha portato a una serie di varianti in corso d’opera, irrealizzabili con la somma prevista in origine. Il D.L a oggi non ha inoltre redatto la nuova contabilità, che tenendo conto delle suddette varianti ha da essere stravolta o quasi. Temo che se continuerà a mancare la volontà degli interessati a rivedere il progetto originale l’elisuperfice non si realizzerà più e questo forse sarà il colpo di grazia inferto all’ospedale Ferro/Branciforti/Capra. 

Gabriella Grasso