Rfiuti. Marcia indietro dell’ATO e riprende raccolta a Nicosia

Nicosia. L’Ato ci ripensa e dopo la nota, probabilmente poco meditata, con la quale ha “scaricato” gli operai comandati e in cui ha dichiarato di non potere garantire raccolta e smaltimento degli Rsu, torna indietro – dopo un vertice convocato in Prefettura – e dichiara che continuerà a svolgere il servizio. Due atti trasmessi a tutte le autorità e gli Enti competenti che però sono troppo “ravvicinati” e non si capisce come se il 31 non era possibile continuare a garantire il servizio, solo 3 giorni dopo ci sono le condizioni economiche per proseguirlo. Aspetti sui quali il sindaco Sergio Malfitano e l’amministrazione comunale manifestano non poche perplessità. «La delibera con la quale abbiamo preso in carico i nostri dipendenti che erano comandati all’Ato e assunto sul Comune il servizio di igiene ambientale – spiega Malfitano – era un atto al quale non potevamo sottrarci conseguente alla nota dall’Ato giunta il 31 maggio».
Malfitano ricostruisce gli eventi degli ultimi giorni che hanno portato il Comune ad assumere, per garantirlo un servizio pubblico primario. «Il 31 maggio riceviamo la nota con la quale l’Ato – spiega Malfitano – ci ha comunicato di non potere più garantire il servizio. Senza entrare nel merito sulla legittimità giuridica di intimare un pagamento entro 24 ore, va chiarito che, considerato che si era creata un’emergenza sanitaria per l’accumulo di rifiuti attestata dall’ufficiale sanitario, siamo intervenuti con una regolare delibera con la quale ci siamo assunti il servizio che non può essere interrotto senza che si configurino responsabilità penali. Fino a martedì al Comune non era pervenuta la famigerata nota bis con la quale l’Ato torna indietro e trovo anomalo che questa sia stata sventolata da alcuni consiglieri comunali senza che i destinatari, cioè il sindaco, l’avessero ancora ricevuta. Altrettanto anomalo e poco chiaro è un fatto saliente: se il 31 maggio l’Ato ha comunicato di non essere in grado di garantire il servizio, qualcuno dovrebbe spiegare come mai solo 3 giorni dopo invece cambia tutto. Delle due, una nota contiene dichiarazioni di dubbia fondatezza e saranno gli organi competenti a valutarle».
Intanto il Comune si opporrà alla richiesta di sospensiva dell’Ato, del pignoramento da 2 milioni e 200 mila euro vantati dal Comune. L’Ato da parte sua ha intimato il pagamento di 1 milione e 300 mila euro, cifra ben al di sotto dei 5 milioni e 190 mila euro che il 25 maggio sosteneva, in una nota inviata alla Regione, alle procure di Enna e Nicosia e alla prefettura, di vantare dal Comune. Somma che solo 4 giorni dopo “scende” a 1,3 milioni di euro, con conteggi confusi trasmessi ad organi giudiziari e regionali.