Aidone. La piazza della vergogna ora è la piazza per la vita. Una giornata di festa con ospite don Di Noto

Aidone. Lunedì scorso, i bambini del Grest “Giovani orizzonti” di Aidone”, coordinati da Paola Dimarco e Anna Di Martino, quelli dei Grest di Piazza Armerina: il salesiano, coordinato da Cinzia Vella, responsabile a Piazza dello sportello Meter e quello di “Giovani Orizzonti, coordinato da Davide Campione, hanno dato vita ad un giorno di festa e di gioia “Insieme per la vita”, per ricordare la piccola Vincenzina Sudano, che, ad appena sei anni, venne rubata all’affetto dei suoi cari e della vita. Violentata e uccisa, ad Aidone, nel 1990, dall’orco, un amico di famiglia, che poi si sbarazzò del corpo, ritrovato, nudo e avvolto in una coperta, dentro il cassonetto della spazzatura, in piazza Europa, a pochi metri dall’abitazione di Vincenzina e a quella dello stesso stupratore e assassino. Una manifestazione, che ha voluto rappresentare un segno forte, importante, quasi di riscatto di una cittadina che, per tanti anni, ha vissuto questo dramma, in silenzio, quasi a voler dimenticare, a voler rimuovere un fatto atroce, sconvolgente. Nel 2007, la dott.ssa Maria Calcagno, pediatra, allora presidente dell’Archeoclub, si mobilitò per l’intitolazione di un parco giochi in memoria della bambina. Forse i tempi allora non erano ancora maturi ma adesso, grazie alla sensibilità e all’impegno di molte persone, così come ha ricordato Paola Dimarco, si è riusciti a far in modo che la memoria di questa bambina, incolpevole, possa rimanere sempre viva. All’intitolazione del parco giochi comunale di via Leopardi, dove è stata scoperta l’insegna, erano presenti tra gli il vicesindaco di Aidone Angelo Calcagno, il sindaco di Piazza Armerina Filippo Miroddi, don Fortunato Di Noto dell’associazione Meter e il fratello di Vincenzina, Cristian Sudano.

Il corteo dei circa 800 bambini del Grest si è portato poi in piazza Europa, luogo della tragedia, la piazza che qualcuno ha definito “della vergogna, dove i bambini del Grest hanno scoperto il monumento in memoria di Vincenzina, la cui pietra è stata donata dai coniugi Cinzia Randazzo e Filippo Gangi. Il bassorilievo, che rappresenta un giglio che viene spezzato da una mano, è stato lavorato dall’artigiano Alfonso Fallea, aiutato da Filippo Cagno. Alla pulizia della piazzetta hanno collaborato anche alcuni ragazzi extracomunitari, ospiti della casa di accoglienza “Zingale Aquino” e i residenti del luogo sono stati partecipi all’iniziativa. Sul posto sono stati messi a dimora anche due alberelli di “Chorisia speciosa”, il cui tronco, ricoperto da grosse spine è a tutela dei fiori. “Così come questo tronco difende i suoi fiori – ha detto Paola Dimarco- così dev’essere l’impegno da parte dei giovani del paese a difesa della vita”. Forte e significativo l’intervento di Don Fortunato Di Noto, il quale la primavera scorsa, di passaggio da Aidone, messo a conoscenza della vicenda di Vincenzina, ha voluto vedere il luogo, e chiedendo come mai si era voluto dimenticare. “Questa piazza in memoria di Vincenzina – ha detto don Di Noto- non deve essere ricordata come luogo di morte e di orrore. Riappropriatavene, fatela vivere ai vostri bambini, attrezzatela, fatela diventare il cuore della cittadina, dite che ad Aidone c’è un altro tesoro, la piazza di Vincenzina, più importante della Dea di Morgantina”. Don Di Noto ha ricordato anche la tragica fine del piccolo Francesco Ferreri di Barrafranca, anche lui vittima di violenza che ad oggi non ha trovato alcun colpevole e dove don Di Noto intende portare l’esperienza aidonese. Commovente la lettera inviata dalla mamma di Vincenzina, Rosaria Falcone che abita in Germania, letta da Cristian, fratello di Vincenzina, che all’epoca aveva 8 anni. “I bimbi non si toccano- ha scritto la Falcone. E a tutti i bambini chiedo una preghiera per il mio piccolo angelo”.

Angela Rita Palermo