Nicosia. Respinta richiesta sospensiva pignoramento da 2,2 mln della commissione di liquidazione Ato rifiuti

Nicosia. Respinta la richiesta di sospensiva del pignoramento da 2 milioni e 200 mila euro avanzata dalla commissione di liquidazione dell’Ato rifiuti. Il pignoramento è stato ottenuto dal Comune di Nicosia e i suoi effetti non vengono sospesi. Il giudice entrerà nel merito il 10 luglio, ma il pignoramento è efficace. La notizia è circolata nel tardo pomeriggio di ieri e arriva dopo che il giudice del tribunale di Enna, esaminata la documentazione depositata dall’Ato che sostiene di vantare dal Comune un credito di oltre 5 milioni di euro, aveva chiesto all’Ato di produrre la documentazione “giustificativa” delle somme che l’Ato sostiene di vantare. Il Comune di Nicosia aveva ottenuto il provvedimento di pignoramento, sia nei confronti dell’Ato, sia nei confronti di alcuni Comuni ennesi in veste di soci, alcuni dei quali hanno sostenuto di essere creditori nei confronti della società d’ambito. Il giudice ha deciso di respingere la richiesta di sospensiva dopo l’esame della documentazione prodotta dell’Ato e delle controdeduzioni presentate dall’avvocato Seminara che rappresenta il Comune di Nicosia. Il giudice di Enna aveva sospeso gli effetti del pignoramento “inaudita altera parte”, cioè solo sulle ragioni dell’Ato di “interesse pubblico a garantire il servizio di igiene ambientale in tutto l’ennese”. In attesa di decidere sulla richiesta di sospensiva, il pignoramento era stato “congelato”, ma con la decisione di rigettare la richiesta di sospensiva il pignoramento tecnicamente torna ad essere efficace. Il 10 luglio il giudice aprirà l’udienza di merito ma le casse dell’Ato e, a questo punto, anche dei Comuni soci, potrebbero rimanere pignorate a lungo. I legali del Comune hanno depositato atti e documenti che dimostrerebbero come l’Ato sia debitrice nei confronti dell’Ente non soltanto dei 2 milioni e 200 mila euro per i quali è stata pronunciata una sentenza favorevole all’Ente ma di altri 2 milioni di euro per somme anticipate, versamenti effettuati e per i 600 mila euro per i quali il Comune di Nicosia subì un pignoramento da parte di una banca che aveva anticipato somme all’Ato che la società d’ambito non ha però restituito all’istituto di credito che nel 2011 si rivalse sulle casse municipali.