Loredana Lo Pumo, la sicula femme fatale de “La Banda degli Onesti”

Siamo a pochi giorni dal secondo appuntamento di Teatro in Campo e si può fare un primo bilancio della serata d’apertura. Bilancio che è decisamente positivo. Serata perfetta, arena spettacoli gremita e loro, “i ragazzi del Canovaccio”, mirabili interpreti de “La Banda degli Onesti”. Age e Scarpelli sarebbero stati davvero soddisfatti dal risultato e vivisezionare la performance passando dai protagonisti sarebbe un “vincere facile”. La lente d’ingrandimento quindi si posa su Loredana Lo Pumo, donna dalle mille anime, quelle dei suoi personaggi. Mademoiselle Papillon, o Papulatisa, e Maria Bonocore, due donne agli antipodi. Se la prima è fine e charmant, la seconda – moglie di Antonio Bonocore – è ignorante e rozza, nonché gelosa. Non è facile dare il volto a due personaggi così.

Vuoi parlarci tu stessa, dei tuoi personaggi, così in contrapposizione tra loro eppure così tipici della poliedrica femminilità? e quale dei due hai sentito più tuo?
“ti dico subito che da copione le donne avrebbero dovuto essere due diverse interpreti, ma la genialità del regista si è spinta a racchiudere in una sola attrice le due donne,copiando l’idea di Age e Scarpelli di incorporare in un solo interprete più personaggi. Com’è stato per il ruolo di Paolo Favazza che ha dato voce e corpo a circa sette personaggi diversi appunto,per dare l’illusione che il solo a veder sempre la stessa persona, e cioè il temuto ragionier Casoria,fosse Antonio Bonocore. Quando Sandro mi propose questo”sodalizio” di due caratteri diversi,un po’mi spaventai, io approccio sempre con timore un testo teatrale. Sono molto critica e allo stesso tempo molto ansiosa sulla mia effettiva possibilità di riuscita, però adoro le sfide,soprattutto quando servono a dare alla mia compagnia quella marcia in più che con impegno e sacrificio,tende ad acquisire in ogni nuovo spettacolo. E così accettai! Mademoiselle Papillon,la francese snob ed elegante e Maria Bonocore,la siciliana bisbetica e rozza, dover dare voce a due personaggi tanto contrapposti non è stato facile:il timore di non far notare la distinzione,di cadere nella fotocopia sbiadita l’una dell’altra,di non riuscire a mantenere lo stile dell’una e la sciatteria dell’altra. Dopo tante prove,tanti suggerimenti del mio regista e amico Sandro e di tutti gli altri sono riuscita a tirar fuori qualcosa. Mentre per le altre commedie Loredana si sedeva in un angolo per dar posto dentro di sé ad un personaggio più o meno complesso,stavolta ha dovuto accomodarsi e far spazio a due!Una sfida che mi ha divertita e mi ha fatto mantenere alta più del normale la concentrazione. La francese Papillon doveva essere molto provocante in modo da far scattare l’esagerata gelosia di Maria. Maria, dal canto suo, doveva muoversi goffamente e urlare contro il marito in modo da suscitare la calma di lui alla presenza della leggiadra e soave Papulatisa. Io fuori dal palco sono totalmente diversa: timida,impacciata, è lassù che vivo qualcosa che non ti so spiegare e nella mia testa qualcosa ragiona fuori dal mio controllo e mi fa vivere divinamente!!! Io sento mio ogni personaggio che ho interpretato finora. Ci sono delle donne a cui sono particolarmente affezionata,ma voglio bene a tutte. Ogni ruolo mi insegna qualcosa del mondo femminile che magari conoscevo già,ma la lente d’ingrandimento che si chiama teatro, capace di amplificare le emozioni, ti aiuta a vedere l’animo femminile più in profondità. Se pensi che il teatro è un veicolo di emozioni e di insegnamenti,riesci a scoprire sfaccettature del mondo sempre nuove. Queste scoperte non le fai solo perché il copione è bello e il tuo personaggio ti piace,ma anche e direi soprattutto per la gioia che provi quando le persone in platea ti guardano e si aspettano da te qualcosa di indecifrabile ma che devi fare arrivare per forza. Questo è l’impegno più duro ma anche il più soddisfacente. E’ una cosa unica sapere che nel tuo personaggio e quindi nella tua interpretazione, molto spesso si rivedono tante spettatrici. Questo quello che amo di più”.

Come si fa a passare con estrema rapidità, i tempi di scena sono molto compressi, dalla moglie sospettosa e gelosa alla avvenente signora del piano di sopra, tripudio di fascino lieve e decisamente ipnotizzante?
“All’estrema rapidità dei cambi sono praticamente abituata. Già in altri spettacoli mi sono dovuta cambiare in tempi record per dare l’idea del tempo che passava, ma dietro le quinte si muove una macchina di precisione e collaborazione, guidata con professionalità dalle direttrici di scena Angela Pellegrino e Carla Barbaraci. La loro precisione e l’ordine che riescono a mantenere è importante per la buona riuscita dello spettacolo. Non si può pensare solo a se stessi quando si recita, è necessaria l’intesa con gli altri e questo si acquisisce con l’esperienza, con tante ore di prove e con tanta dose di rispetto reciproco. Il Canovaccio fa di questo la sua bandiera. Ognuno ha il suo ruolo,questo sì, ma tutti a lavoro allo stesso modo. Ci divertiamo un mondo,ma teniamo molto a realizzare un buon prodotto e per farlo è necessaria la collaborazione di tutti: dalla truccatrice Azzurra Drago,alle comparse Simona Vicino,Floriana Todaro e Rosario Lo Grasso, ai vari attori Sandro Rossino, Alessandro Todaro, Andrea Favazza, Paolo Favazza, Fabio La Magna, al tecnico del suono e delle luci Francesco Sanfilippo, al fotografo Sergio Rossino e a tutti quelli che ci sostengono in un modo o nell’altro,compresa la piccola Sofia!!!”.

La tua complicità artistica con Sandro Rossino è più che consolidata, questo è palese. Ci racconteresti il backstage di un sodalizio sempre più improntato al successo?
“Mi chiedi della complicità artistica con Sandro. Stupisce ogni volta anche me, sai? Quando proviamo l’ennesima commedia interpretando per l’ennesima volta marito e moglie ci guardiamo e ridiamo perché, senza dircelo, pensiamo alla stessa cosa: il modo di dire la battuta, il movimento, la posizione, l’intensità dell’emozione da trasmettere. Dopo un’esperienza vissuta sempre insieme, un’amiciza quasi ventennale, una passione viscerale per il teatro e un sapersi capire senza troppe parole, io penso che qualcosa di buono debba venir fuori,no? E poi non è difficile avere complicità artistica con Sandro, è tanto bravo e stupefacente nelle sue idee, ti mette a tuo agio quando reciti con lui e ti diverte da morire!”

Cosa ti ha avvicinata al teatro e cosa consiglieresti a chi desidera avvicinarsi per la prima volta?
“Per me è questo il fascino del teatro: riuscire a trasmettere emozioni e stupore alle persone con la recitazione, che per me è passione,relax,salvezza dalla routine quotidiana troppo spesso rigida e monotona. E’ bello sapere che una cosa che tu fai per hobby e con estremo rispetto per chi è un vero attore, riesce a rendere liberi gli altri oltre che te stessa. Ho iniziato per gioco molto tempo fa e continuo ancora per gioco, sapendo che questo gioco diventa ogni volta più avvincente. Mi aiuta a rompere una marea di schemi mentali e mi fa comunicare, mi fa capire, mi fa persino amare lati di me che non sopporto. E non dimentichiamoci che mi fa stare in mezzo a gente per bene, ad amici veri, a persone che si sono inventate di fare teatro(quale cosa più bella!!)per passatempo. Vedi un po’ quante soddisfazioni: chi lo doveva dire che un gruppo partito quando eravamo in tenera età, oggi si ritrova con premi, riconoscimenti, nomination e soprattutto con la stima del pubblico? Per noi è motivo di orgoglio,ma anche motivo per continuare la nostra attività con umiltà,professionalità e tanto tanto impegno e amore. Quando non ci sono prove stiamo male, perché ormai fa parte di noi. Se si potesse scrivere nella carta d’identità alla voce segni particolari,io ci scriverei Canovaccio!”.

Alessandra Maria