Leonforte: Femminicidio in scena

Femminicidio: parola che fa la norma perché assai in uso. Può anche non piacere, ma considerando che ne ammazzano e ne sfregiano assai spesso, al buio o sotto il sole anche davanti ai bambini, dobbiamo tenerne da conto. L’augurio di chi ha messo in scena il dramma del quotidiano in termini di farsa è che il femminicidio diventi una farsa. Sarebbe bello che femminicidio per i nostri figli fosse una parola obsoleta perché desueta. Proviamoci. Lo sparuto gruppo di donne, che sul palco del Terzo Tempo – a Leonforte – la sera del 14 ha recitato la cronaca dando voce a chi voce non ha più, ci ha provato. I colori erano tanti, ma essendo d’aria hanno preso il volo per raggiungere il paradiso delle morti ammazzate perché donne desiderose d’essere indipendentemente da chi ha confuso le sberle con le carezze e il possesso con l’amore. C’erano poi il nero del lutto, il rosso della volontà che non vuole sentirsi soffocata dall’altrui arbitrio e il bianco della speranza. I colori, le parole e i corpi hanno detto no al dramma che ancora spinge qualcuno a dire “ma magari quel povero una qualche ragione l’aveva…” forse. La carenza di strutture sociali di prevenzione e appoggio ai violenti è assente e allora uomini indignatevi e operate pure voi perché la civiltà che è sinonimo di rispetto, trionfi.

Gabriella Grasso