Enna: cinque anni per una sentenza

Che la giustizia in Italia sia lenta,troppo lenta è un fatto confermato, in qualche caso si superano tutti i limiti. Per il drammatico incidente di via delle Olimpiadi ad Enna bassa, avvenuto il 10 ottobre del 2008, dove a perdere la vita fu lo studente diciannovenne Giuseppe Acciaro sono passati proprio cinque anni. Proprio il 10 ottobre, dovrebbe esserci l’ultima udienza dibattimentale del processo a carico dell’insegnante Antonio Ferrarello, l’uomo che guidava l’Alfa 156 che entrò in collisione la moto su cui era salito il povero Giuseppe, senza casco. Per l’accusa, Antonio Ferrarello, difeso dall’avvocato Giuseppe Gioia, avrebbe involontariamente provocato l’impatto, svoltando a sinistra senza dare la precedenza alla moto che procedeva in senso inverso. L’incidente riverificò proprio davanti la facoltà di Ingegneria della Kore. I familiari della vittima, assistiti dagli avvocati Piero Patti e Francesco Costantino, si sono costituiti parte civile, presenta anche l’assicurazione di Ferrarello, assistita dall’avvocato Gaetano Cantaro. Il prossimo 10 ottobre, si aprirà l’udienza con il giudice monocratico Vittorio La Placa, e si dovranno ascoltare tre testimoni della difesa, quindi ci sarà l’esame dell’imputato e quello del consulente tecnico della difesa. Alla fine il giudice dovrà forse fissare un’altra udienza per la discussione. Giuseppe Acciaro, giovane dinamico, aperto cordiale , voleva fare un breve giro con la moto ecco perché non aveva indossato il casco, ma all’altezza di via delle Olimpiadi, proprio nel bivio che porta a destra a Psicologia, si verificò l’impatto tragico con l’Alfa Romeo del professor Ferrarello e per lui non c’è stato niente da fare, buttando nel dolore i genitori, il fratello i tanti amici che gli volevano bene.