Enna. All’Ospedale Umberto I si è passati dalle sale operatorie infuocate al mancato funzionamento della Tac per la mancata presenza del personale, per cui, in qualche reparto tra venerdì e sabato scorso sono stati costretti a rimandare a casa utenti, che dovevano essere sottoposti ad indagini diagnostiche che dovevano dare delle risposte agli interrogativi posti dai medici. Anche questa “pausa operativa” ha suscitato rabbia e critiche nei confronti dell’organizzazione dell’ospedale ennese, che dovrebbe funzionare in una maniera più efficiente. Si badi bene che il reparto di Radiologia è uno dei quei reparti che lavora come matti, è super affollato, le presenze giornaliere sono centinaia ed opera sia per i ricoverati dell’ospedale che per gli esterni con una buona efficienza, per cui ridurre il personale significa non disunirne le qualità operativa. Il fatto è che in qualche reparto dell’ospedale medici ed infermieri sono rimasti basiti quando si sono sentiti rispondere che la Tac non era operativa perché c’era una certa diminuzione di personale, probabilmente perché è stato concesso un periodo di ferie. Bastava che ci fosse stata una comunicazione con tutti i reparti dell’Ospedale ennese per evitare che degli ammalati ricoverati per esami diagnostici fossero rimandati a casa. Non è certo un buon biglietto da visita per un ospedale che dovrebbe essere ad un certo livello di rendimento. La direzione provinciale, alla quale ci siamo rivolti per avere notizie in questo senso non ci ha dato alcuna risposta, hanno preferito il silenzio. Altro argomento che riguarda l’ospedale ennese la protesta degli anestesisti, il cui numero pare che dovrebbe scendere presso le sale operatorie di Enna, affollatissime giornalmente, per recarsi presso l’ospedale di Piazza Armerina, dove gli interventi sono decisamente minori. Gli anestesisti recitano un ruolo importante nelle sale operatorie, quindi utilizzarli nel migliore dei modi sarebbe sicuramente importante.