Province: Cgil scrive a Governo e Ars. Pagliaro: “troppe questioni ancora senza risposte”

In una nota inviata ai presidenti della Regione e dell’Ars, agli assessori alle autonomie locali e all’economia, ai deputati regionali, all’Upi Sicilia e agli altri sindacati, la Cgil Sicilia chiede l’apertura di un confronto sul tema del riassetto territoriale in Sicilia, conseguente all’abolizione delle Province. “Ci sono molti punti cruciali – afferma il segretario generale, Michele Pagliaro- su cui è opportuno aprire una riflessione e avviare un’analisi approfondita, su una riforma che non può essere certo fatta in pochi giorni e il cui fine ultimo deve essere quello di assicurare migliori standard di vita ai siciliani”. La Cgil sottolinea nella lettera tutta le sue perplessità sulle soglie dimensionali individuate per i consorzi dei comuni dalla legge regionale e anche sul progetto che riguarda le tre città metropolitane, sottolineando che
il quadro nazionale di riferimento ne prevede in tutto 11. Chiede inoltre risposte su due temi sui quali lamenta “ad oggi una non adeguata riflessione”: la questione del personale delle Province e delle società partecipate, il problema dei debiti di questi enti che tra residui passivi, debiti fuori bilancio e mutui con la cassa depositi e prestiti ammontano a circa 2 miliardi. “La suddivisione creata dalla Regione- sottolinea Pagliaro- crea di fatto disuguaglianze tra residenti nelle tre città metropolitane e residenti nei 16 o 17 liberi consorzi di comuni che si creeranno, che potranno godere solo in misura ridotta di economie di scala. Il tema dei debiti- aggiunge- non va inoltre sottovalutato: al momento non si capisce come l’indebitamento verrà ripartito”. Alle delicate questioni delle competenze delle Province che si riferiscono all’attuale organizzazione periferica
dello Stato( Protezione civile, motorizzazione, questure, ecc.) e a quella delle entrate tributarie (imposte di trascrizione e sulle assicurazioni auto) , sostiene ancora la Cgil, si somma”il problema di 6.500 dipendenti delle Province e di altri 6.000 delle partecipate, su cui non c’è risposta”. “E’ una vicenda con ricadute di tale complessita’ e così importante- dice Pagliaro- che non può essere affrontata con formule istituzionali astratte, in tempi risicati e senza l’apporto di tutti gli attori sociali e istituzionali, come anche l’Upi sostiene. Le questioni cui dare risposta sono tante – sottolinea- nell’ottica di una maggiore funzionalità, dell’efficienza , dell’equità e pari opportunità tra territori. Il Governo- dunque- conclude Pagliaro- si attivi per avviare subito la discussione sull’argomento”.