La martora tipica predatrice dei boschi che vive nelle foreste dei Nebrodi

martora2[1]Troina. Per i 180 cacciatori troinesi, con regolare licenza di caccia, da alcuni anni la martora è la più temibile competitrice. La martora è una tipica predatrice dei boschi che vive nelle foreste dei Nebrodi. E’ un’abilissima arrampicatrice che, nelle cavità degli alberi e sugli alberi, nidifica sui nidi abbandonati dagli uccelli e caccia roditori arboricoli e uccelli, ma sul terreno caccia anche conigli e lepri. Da alcuni anni la martora, che è una specie protetta, dai boschi sui Nebrodi è arrivata anche nelle campagne di Troina entrando in competizione con i cacciatori troinesi, che fino ad una decina di anni fa erano circa 400, ma che di anno in anno si sono ridotti numero fino a scendere a 180 perché il rinnovo annuale delle licenza di caccia costa 330 euro. Se a questo si aggiungono le spese per l’abbigliamento e le cartucce, praticare la caccia diventa un’attività costosa, che molti preferiscono abbandonare. Ora che devono vedersela pure con la martora nel cacciare lepri e conigli, i cacciatori troinesi cominciano a farsi i conti e chiedersi se vale la pena sostenere questi costi per poi non trovare selvaggina da cacciare nelle campagne perché la martora ci ha già pensato lei a cacciarla. “Siamo preoccupati non solo per noi, ma anche per le aziende agricole perché la martora fa strage anche di galline e agnelli. Siamo in molti quelli che, durante le battute di caccia, l’hanno vista scorrazzare per i campi in campagna”, ci ha detto Silvestro Romano, presidente del locale circolo dell’Associazione nazionale libera caccia. Anche altri soci del circolo, che ascoltavano Romano mentre lanciava quest’allarme, hanno visto la Martora. “Io l’ho avvistata in contrada Sotto Badia”, ha detto Ciccio Plumari. In contrada Gabellazza l’ha vista Arturo Liccardi. Oltre a loro due, ci hanno detto di aver visto la martora in altre contrade della campagna troinese i cacciatori Saro Lo Cascio, Ciccio Stancampiano, Gaetano Randelli, Michele Schillaci, Salvatore Berillo, Placido Stancampiano e Giuseppe Ruggeri.
Silvano Privitera