Liste congresso PD. Coniato dai renziani il termine: “decrisafullizzate”

Tesseramenti gonfiati, equilibri decisi da pattuglie di stranieri appena iscritti al partito, congressi azzerati. La battaglia per la conquista del Pd è anche questo, uno scontro all’ultimo sangue macchiato – in alcuni casi – dal sospetto di congressi locali taroccati. Una sfida che si arricchisce, ora dopo ora, di nuovi casi imbarazzanti. I candidati, per adesso, preferiscono maneggiare con cura il tema. Il veleno circola copioso. Copre tutta la Penisola il pasticcio del tesseramento Pd. Finti iscritti, denunce e congressi fantasma accompagnano la sfida per la conquista della segreteria. Un evento democratico, uno sforzo imponente. Ma con alcuni incidenti di percorso. Tesseramenti gonfiati, pattuglie di albanesi, rom o cinesi iscritti al partito, congressi taroccati. La battaglia per la conquista del Pd è scontro all’ultimo sgambetto. A Torino gli anziani ricevono soldi per tesserarsi, ad Asti si iscrivono gli albanesi, a Milano si danno tessere con lo sconto e a Roma finisce a sganassoni. Congresso annullato nel capoluogo etneo., gli sfidanti hanno fatto a gara per conquistare più iscritti. Ora tocca alla commissione verificare denunce e ricorsi.
Un renziano come Ernesto Carbone non usa giri di parole: Cuperlo rivendica 49 segretari provinciali, sicuramente è con lui Crisafulli. Una cosa è certa, le nostre sono liste “decrisafullizzate”.

Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”